I percorsi del gusto

Da Amelia a Orvieto sulle tracce di antichi sapori

Un tour tra prodotti tipici, tradizioni gastronomiche e paesaggi agrari di immenso valore identitario, che rendono preziosa la scoperta di questo lembo di Umbria in provincia di Terni

Silenziosi protagonisti del territorio, gli ulivi e le vigne rappresentano con i loro prodotti il segno distintivo del paesaggio, della cultura e dell’economia dell’Umbria. Un patrimonio millenario di natura e di bellezza che regala sorprese in ogni angolo della regione. Come Amelia e Orvieto, al centro di questo itinerario.

Marker
Tappa 1
Amelia

Immersa tra distese verdi di lecci e ulivi, Amelia scruta dall’alto i suoi capolavori naturali, cinta da poderose Mura poligonali di epoca romana risalenti al VI secolo a.C., che abbracciano la comunità e proteggono le chiese di San Pancrazio, di San Francesco e il Duomo

Da non perdere la statua bronzea eretta in onore e in memoria di Nerone Claudio Druso, detto il Germanico, esposta nel Museo archeologico, nipote dell’imperatore Tiberio. Del giovane politico, che si spense a soli 34 anni nel 19 d.C. ad Antiochia, riaffiorarono oltre 50 anni fa proprio nel borgo di Amelia frammenti di bronzo e una testa, poi ricomposte nella statua loricata intorno a cui fu realizzato l’attuale museo. 

Il campione verde della zona si chiama Raio (o anche Rajo, Raggio, Razzo o Raggiolo) che rappresenta la maggioranza del patrimonio olivicolo del territorio. Si tratta di una varietà di ulivi con grandi tronchi e chiome folte, che producono olive la cui forma ricorda una minuscola spola del telaio, e che già al tempo dei Romani erano conosciute; persino Virgilio le cita nelle sue Georgiche. L’olio Raio - ricco di antiossidanti naturali - si distingue per il suo intenso profumo di noce e di mandorla fresca e per il suo sapore piccante e amaro. Un gusto che viene esaltato con una buona bruschetta fatta con pane tostato e aglio, spuntino perfetto per continuare la scoperta di Amelia. 

Il borgo è noto anche per i suoi vini Doc dei Colli Amerini, una delle più importanti aree vitivinicole della regione: dal rosso al bianco, passando per i rosati, ogni sorso lascia senza parole. 

Il dulcis in fundo sono i fichi Girotti, espressione del territorio sin dall’antichità, diversi dagli altri fichi ripieni d’Italia, grazie anche ai macchinari d’epoca che ancora si utilizzano per produrli. Farciti di cioccolato, canditi, mandorle e noci, sono un manicaretto a cui non si può rinunciare.
 

Leggi di più
Marker
Tappa 2
Orvieto

Ci si sposta in circa un’ora ad Orvieto, sospesa su una rupe di tufo dalle pareti a picco, a dominio della valle circostante.

Simbolo dell’antico centro è il Duomo, tra le cattedrali più belle d’Italia, a cui va dedicata un’accurata visita per il ricco patrimonio artistico in esso conservato. Da riservare del tempo anche al Pozzo di San Patrizio, capolavoro di architettura e ingegneria rinascimentale, costruito per garantire l’utilizzo dell’acqua in caso di assedio. 

Altro simbolo della città è l’Orvieto Doc, uno dei vini più antichi e rappresentativi d’Italia, dal colore giallo sfumato di verde, caratterizzato da note fruttate, che esprime al meglio le sue caratteristiche abbinato ai piatti a base di pesce. Per scoprire dal vivo la sua storia, bisogna visitare le cantine ricavate nel tufo intorno ad Orvieto dove il vino riposa nel tepore della pietra. Si narra che furono gli Etruschi a scavare le prime grotte per conservare il magico nettare, bianco e profumato.

Sapore morbido, elegante e vellutato per la versione rossa dell’Orvieto, il Rosso Orvietano Doc ottenuto da una vasta gamma di vitigni a bacca nera: Montepulciano, Sangiovese, Aleatico, Canaiolo nero e Ciliegiolo con Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero.

Oltre che sull’extravergine di oliva, anch’esso presenza e risorsa antica di queste terre, l’attenzione si concentra sulle castagne, al centro di molti piatti tradizionali, uno fra tutti la zuppa, che vede coprotagonisti i ceci. 

In zona abbondano anche funghi e tartufi, soprattutto nei pressi di Selva di Meana e del Monte Peglia, mentre tra le carni che dominano i menù, un posto di rilievo viene ricoperto dalla lepre, dal cinghiale e dalle palombe, cucinate con l’ausilio di intingoli saporiti e corposi.

Il percorso proposto si avvia alla conclusione con i maccheroni dolci, diffusi anche in altri luoghi della regione soprattutto nel periodo natalizio, e conditi con zucchero, cannella a piacere, gherigli di noci spezzati, buccia di limone grattugiata e cacao a piacere. Un’altra nota di merito va alle lumachelle, gustosi rustici del territorio, la cui forma arrotolata ricorda quella della conchiglia delle chiocciole, alle cicale, deliziosi fiori di zucca fritti, alle tortucce, frittelle tonde servite con salumi e formaggi e alle ciambelline all’anice
 

Leggi di più

Info utili 
La distanza tra Amelia e Orvieto è di 53 km, che si percorre in circa un’ora.

Percorsi trekking
Da Amelia, alla scoperta della gola del Rio Grande, sentiero ad anello, 7 km di distanza, tempo di percorrenza circa 4 ore; dal parco Rio Grande a Macchie, 14 km (andata e ritorno), tempo di percorrenza circa 5 ore.
Da Orvieto al borgo di Sugano, percorso ad anello, circa 10 km di distanza, tempo di percorrenza circa 4 ore.

Percorsi bike
Da Amelia, dal Parco Rio Grande verso Collicelli e ritorno, fra i boschi dell’Amerino, 30 km di distanza, tempo di percorrenza circa 4 ore.
Da Orvieto-Sferracavallo al Parco di Villalba, 26 km di distanza, tempo di percorrenza circa 3 ore.