Side view of a stone building located on a grassy hill, with a blue sky and light clouds in the background.

Cesi

Arroccato tra le pieghe verdi dell’Umbria, Cesi è un piccolo gioiello sospeso tra Terni e San Gemini e adagiato sulle pendici del Monte Torre Maggiore, una delle ultime e più alte vette dei Monti Martani, conosciuto come Monte Eolo, dimora del dio dei venti.

Ammirato per secoli proprio per la sua caratteristica posizione, Cesi incanta fin dal primo passo: passeggiando tra chiese e palazzi, vie interne e piazze dai nomi altisonanti – come quella dedicata a Federico Cesi, illustre esponente dell’omonima casata dei duchi di Acquasparta e fondatore dell’Accademia Nazionale dei Lincei – si può respirare l’atmosfera di un luogo dalla storia millenaria che si perde nella leggenda.

 

Da rifugio degli esuli della perduta Carsulae a capitale delle Terre Arnolfe

Le origini di Cesi vengono fatte risalire agli Umbri, come testimonia la presenza di una necropoli, i templi di Monte Torre Maggiore e resti di imponenti mura poligonali, interpretati come la prova che qui sorgeva una città umbro-romana, identificata con il centro di Clusiolum.

Con la dominazione romana, alla fine del III secolo a.C. il territorio della città umbra ricadde sotto il controllo di Carsulae. Solo dopo il suo abbandono, avvenuto intorno al IV-V sec., avvenne la fondazione di Cesi, toponimo che probabilmente deriva dal latino caesa, “luogo diboscato”.

Dopo il periodo di dominazione longobarda, nel 962 l’Imperatore Ottone I di Sassonia trasformò la zona in un dominio feudale, affidandolo ad Arnolfo, suo consigliere e vicario imperiale. Da questo momento fino al XVIII secolo Cesi diventa il fulcro delle Terre Arnolfe, un territorio fortificato che comprendeva numerosi castelli come quello di San Gemini, Acquasparta, e Montecastrilli.

La Rocca di Cesi, situata sul monte Sant’Erasmo, ospitava il castellano o governatore, nominato dal Papa, che esercitava la giurisdizione sulle Terre Arnolfe. Il ruolo strategico di Cesi fu così importante che la città nei secoli successivi fu contesa da Terni, Todi e Spoleto. Nel 1525 il Papa Clemente VII ne assegnò la signoria a Paolo Cesi, a cui si deve la costruzione del palazzo che domina il centro storico di Acquasparta.

Durante il XVI e XVII secolo, Cesi raggiunse il suo massimo splendore, come dimostra la costruzione dei numerosi palazzi nobiliari e, sotto il controllo dello Stato Pontificio, mantenne il ruolo di capitale delle Terre Arnolfe fino a inizio Settecento. Cesi mantenne l’autonomia comunale dal 1861 al 1927, quando fu annesso al comune di Terni, di cui oggi rappresenta una delle frazioni dalla storia più affascinante.

Il centro storico: una passeggiata tra chiese e palazzi

Il borgo di Cesi, compreso tra le due porte medievali, Porta Terni e Porta Todi, presenta al suo interno numerosi edifici di culto:

  • Chiesa di San Michele Arcangelo: chiesa benedettina del XI secolo, sorge nella parte bassa della cinta medievale, di cui ingloba parte degli antichi bastioni. Oggi adibita ad auditorium, al suo interno sono conservati numerosi reperti archeologici provenienti dal territorio e dal sito archeologico di Carsulae.
  • Chiesa di Santa Maria Assunta: costruita nel XVI secolo per volere della comunità di Cesi su un precedente oratorio. Il portale principale è affiancato, a sinistra, da un portale laterale, con lunetta che conserva tracce dell’affresco Madonna tra i santi Sebastiano e Rocco, ormai quasi illeggibile. L’interno è a unica navata con cappelle decorate da altari in stucco, con tele del XVI-XVII secolo. Un ambiente annesso alla chiesa custodisce opere d’arte provenienti dal territorio, tra cui il dossale del 1308 che raffigura una Madonna con bambino in trono tra santi, attribuito al Maestro di Cesi.
  • Oratorio del Santissimo Sacramento: sede delle due confraternite di Cesi, come testimonia la singolare pala d’altare bifronte: da un lato è presente l’Apparizione del Santissimo Sacramento ai confratelli, dall’altro l’Assunzione della Vergine, ritratta insieme a Sant’Onofrio, patrono di Cesi. L’interno, a unica navata, sostiene il piano superiore, sede del monte frumentario.
  • Ex Chiesa di Sant’Andrea: edificata nel XII secolo, l’aspetto attuale rispecchia il rifacimento del 1560. L’edificio, sconsacrato alla fine del XIX secolo, è adibito a teatro intitolato a Titta Ruffo, celebre baritono italiano che qui si esibì nel 1917. La parete che si apre su Piazza Federico Cesi mostra numerosi materiali di reimpiego che probabilmente provengono da Carsulae.
  • Chiesa di Sant’Agnese: posta all’estremità orientale borgo, un tempo era annessa a un monastero di suore benedettine. La facciata barocca, con tre portali, introduce a un interno con unica navata e altare centrale, con la tela del XVII secolo che raffigura il Martirio di Sant’Agnese.

 

Palazzi nobiliari

  • Palazzo Contelori: eretto nel XVII secolo nei pressi della chiesa di San Michele Arcangelo, dall’omonima famiglia da cui discende Mons. Felice Contelori, illustre storico vissuto a cavallo tra XVI e XVII secolo, autore delle Memorie della Terra di Cesi. L’edificio è composto da un corpo principale, più alto, con un monumentale portale blasonato.
  • Palazzo Cesi: costruito nella prima metà del XVI secolo per volere di Gian Giacomo Cesi, conte delle Terre Arnolfe, sui resti di un fortilizio trecentesco. L’edificio presente due corpi principali collegati da un corridoio pensile: il più antico, che risale probabilmente al Quattrocento, si trova a monte della strada, mentre l’altro, più recente, si affaccia sulla vallata ternana.
  • Palazzo Eustachi: realizzato dai conti Pressio-Colonnese durante la prima metà del secolo XVII nella parte più alta dell’abitato. È caratterizzato da un doppio loggiato ad archi che delimita una piccola corte interna. Adiacente al palazzo si trova la chiesa di Santa Caterina.

 

Fuori dalle mura: luoghi di culto dai piedi dell’abitato fino alla cima del monte

Una passeggiata nel territorio intorno a centro Cesi permette di raggiungere numerosi edifici di culto, molti dei quali sono ricchi di fascino e storia.

  • Chiesa della Madonna della Pittura: edificata lungo la “Corta di Cesi” nel XVII secolo su una precedente edicola votiva di XV secolo. Caratterizzata da un portico a tre pilastri, all’interno è presente un affresco di inizio XVII secolo, opera di Bartolomeo Barbiani, che raffigura un angelo che porta il modellino della chiesa di Sant’Angelo.
  • Cappella di Santa Caterina: costruita per volere di Evaristo Gonnella nel XVII secolo lungo la strada per Poggio Azzuano, che prosegue in direzione Carsulae e San Gemini. Il modesto edificio mostra un piccolo campanile a vela, sotto al quale era presente un affresco (oggi illeggibile), mentre sul retro è stato aggiunto un robusto contrafforte.
  • Chiesa di Santa Maria di Fuori: tra gli edifici più antichi di Cesi, il nome nasce dalla sua posizione: la chiesa, dove sorse una comunità benedettina, era lontana “più di un miglio in circa fuori dalla terra“. Delle fasi più antiche dell’edificio non vi sono testimonianze, ma fu probabilmente eretto nell’area del primo nucleo insediativo di Cesi (nato immediatamente dopo l’abbandono di Carsulae). La facciata -oggi asimmetrica- era in origine a un solo spiovente, mentre ai lati del portale sono inseriti due cippi provenienti da Carsulae.
  • Chiesa di San Biagio: immersa in un folto bosco nella parte orientale del territorio, fu realizzata dalla famiglia Contelori su di un precedente oratorio. All’interno è presente l’affresco Madonna col Bambino in gloria tra San Biagio e San Carlo Borromeo, opera del 1638 di Bartolomeo Barbiani: tra i due santi si scorge il borgo di Cesi.
  • Convento dell’Eremita: costruito nel XIII secolo su un romitorio benedettino dove san Francesco sì ritirò in preghiera e, ispirato dal paesaggio di Cesi, creò la “Exhortatio ad laudem Dei”. Il convento comprende edifici religiosi, come la chiesa della Santissima Annunziata e la cappella di San Bernardino, e strutture funzionali alla vita monastica, come la sala del noviziato e le celle dei frati. Nei pressi del convento è presente la grotta dove, secondo la tradizione, si ritirò san Francesco.
  • Chiesa di Sant’Onofrio: intitolata al patrono di Cesi, la chiesa sorge nell’omonimo bosco che domina il sottostante centro abitato. L’edificio, dove un tempo era collocata la statua del patrono, fu costruito nel 1675 su un antico romitorio. Oggi è in stato di abbandono.
  • Chiesa di Sant’Erasmo: costruita sulle pendici di Monte Torre Maggiore nel XII secolo e annessa a un’abbazia benedettina. L’originale aspetto romanico è stato modificato con l’aggiunta di due contrafforti in facciata, dove è presente un timpano, unico elemento decorativo dell’edificio. L’interno, oggi spoglio, è a unica navata; sull’altare è presente il busto marmoreo di Sant’Erasmo, copia moderna di un originale di XVII secolo.
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