L’esterno, dall’aspetto composito e maestoso
Il lato sulla piazza IV Novembre mostra la stratificazione delle diverse fasi costruttive; piuttosto rustico poiché incompiuto nel rivestimento marmoreo a quadrilobi bianchi e rosa che lo decora solo fino a una certa altezza, vi è addossato sul lato sinistro il loggiato fatto costruire nel 1423 da Braccio Fortebraccio da Montone, un tempo in collegamento con la sua abitazione, oggi non più esistente.
Il portale sulla piazza è stato disegnato da Galeazzo Alessi nel 1529. Al di sopra, è la nicchia protetta da un vetro che ospita un crocifisso ligneo, opera di Polidoro Ciburri, esposto sul sagrato della cattedrale in seguito alla scomunica di papa Paolo III alla città, in occasione della Guerra del sale (1540). La fiancata presenta inoltre un piccolo pulpito quattrocentesco fatto da materiali di risulta, che la tradizione popolare affida a un ricordo di San Bernardino da Siena, che predicò in città a più riprese tra il 1425 e il 1427, e una nicchia, che un tempo ospitava la statua in bronzo di Paolo II, fusa in età napoleonica. Notevole anche la statua di papa Giulio III in bronzo, opera del XVI secolo di Vincenzo Danti. La facciata, assai meno maestosa del lato che affaccia su piazza IV Novembre, si apre su piazza Danti ed è vivacizzata da un portale barocco del 1729 opera di Pietro Carattoli.
A sinistra delle Logge di Braccio, si apre un ampio portale che porta a uno dei due chiostri di San Lorenzo. Realizzato nel corso del Settecento, consta in un cortile porticato con due ordini di pilastri sovrapposti. In uno dei lati del cortile ha sede il Museo del Capitolo di San Lorenzo. Il chiostro successivo, di età quattrocentesca, è formato da tre loggiati, posti su livelli differenti, retti da colonne di granito di rimpiego, assai più antiche. Nasce dall’espansione delle cosiddette canoniche, unità abitative utilizzate dai sacerdoti e dai chierici del complesso, ed ancora oggi ospita abitazioni private.
Al di sotto della Cattedrale si trovano antiche strutture che fanno parte della Perugia sotterranea, un percorso che permette di scoprire opere etrusche, romane e medievali. È possibile accedervi dall’adiacente complesso dell’Isola di San Lorenzo.
L’interno: un ampio spazio, con trucchi perché appaia ancora più ampio
L’interno della cattedrale presenta tre navate di cinque campate ciascuna, separate da possenti pilastri, ed è completato da crociera, bracci del transetto e cinque cappelle absidali. Lo spazio si mostra ampio e dilatato sia per la struttura ad hallenkirche con navate di pari altezza (25 metri circa), che per il pavimento in leggera pendenza tra portale e area absidale e per la proporzione tra le navate (la centrale è pari a metà due volte e mezzo le laterali). L’interno si mostra sontuoso e ornato, secondo la moda del XVIII secolo. Appartengono a tale periodo infatti pitture, stucchi, dorature, modanature marmoree, vere o dipinte, riquadri e medaglioni che ricoprono interamente le volte. A sostituire l’antica decorazione quattrocentesca fu infatti una vera e propria campagna pittorica che vide operativi all’interno dell’edificio i maggiori interpreti del Settecento locale: Francesco Appiani, Valentino Carattoli, Carlo Spiridione Mariotti, Vincenzo Monotti ed altri.
L’altare maggiore, realizzato con marmi policromi, è opera di Carlo Murena (1762). Presso la navata destra, dietro la cancellata in ferro battuto della fine del XV secolo, si può ammirare la cappella di San Bernardino da Siena, che ospita la bella tela con la Deposizione della Croce di Federico Barocci (1567-1569), certamente l’opera più pregevole conservata in Cattedrale. Di fronte all’ingresso laterale, sulla terza colonna della navata, si trova il veneratissimo affresco della Madonna delle Grazie, attribuito a Giannicola di Paolo.
Nella navata sinistra, degni di nota sono i resti della Pala della Pietà, scolpita da Agostino di Antonio di Duccio nel 1474 e l’altare del Gonfalone, ove è collocato lo stendardo eseguito da Berto di Giovanni nel 1526 in occasione di una grave pestilenza, che costituisce uno dei più completi documenti iconografici di Perugia prima della costruzione della rocca Paolina e delle conseguenti trasformazioni urbanistiche.
Sulla parete della controfacciata si trova un’ampia tela di Giovanni Antonio Scaramuccia, con la Vergine tra i protettori della città Lorenzo, Costanzo ed Ercolano e i Santi Agostino, Domenico e Francesco (1616); addossato a tale parete, a destra dell’ingresso, si può ammirare il sarcofago del vescovo Giovanni Andrea Baglioni, uno dei protagonisti del rifacimento della cattedrale, opera di Urbano da Cortona (1451). La vetrata del rosone rappresenta il Martirio di San Lorenzo, opera di Lodovico Caselli (1919).
Un tempo era custodita nella chiesa, presso l’oratorio di Santo Onofrio, nel transetto destro, la bella pala della Madonna in trono tra i Santi Giovanni Battista, Onofrio, Lorenzo ed Ercolano di Luca Signorelli, oggi nel Museo del Capitolo.
Un elegante portale quattrocentesco alla destra del transetto immette poi in sacrestia, dove si conserva uno dei più bei cicli manieristi di Perugia. Dall’oscurità dell’abside ettagonale emergono i colori delle vetrate e il coro ligneo intagliato nel 1486, opera di Giuliano da Maiano e Domenico del Tasso.
Nella chiesa, presso la Cappella del Santo Anello, si conserva la venerata reliquia dell'anello nuziale della Vergine, sottratto agli abitanti di Chiusi nel 1473. L'anello, inserito in un prezioso reliquiario e racchiuso in una cassaforte con sette serrature, fu posto a otto metri di altezza entro un vano, protetto da un’inferriata dorata, protetta da altre quattro chiavi. Il Sant'Anello viene mostrato solo due volte all'anno, tra il 29 e il 30 luglio e nella penultima domenica di gennaio, quando si celebra la festa dello Sposalizio e vengono benedetti gli anelli nuziali. Sull’altare della cappella, si trova la tela di Jean – Baptiste Wicar Il matrimonio della Vergine (1825), che ha sostituito l’omonima tela dipinta da Pietro Perugino, trafugata in seguito alle spoliazioni napoleoniche e oggi conservata Al Musée des Beaux-Arts di Caen.