Fiume che scorre tra le verdi sponde di Cannara, con case rurali e colline illuminate dalla luce del tramonto.

Cannara

Il borgo nel cuore dell’Umbria

Situata nel cuore dell’Umbria, Cannara si adagia sulla riva sinistra del fiume Topino, al centro della Valle Umbra, di fronte ad Assisi e Spello. Secondo la tradizione, il nome deriverebbe dalla presenza di abbondanti canneti che anticamente crescevano lungo la zona paludosa del Topino.

Un centro umbro, un municipio romano, un castello medievale, la sede di una Signoria: la lunga storia di Cannara

Le origini dell’abitato sono con ogni probabilità da identificarsi con l’antico insediamento umbro di Castrum Canarii, forse in seguito all’attività di bonifica degli abitanti. Era questo infatti, secondo le fonti, un territorio anticamente lacustre (il Lacus Umber dei Romani), caratterizzato dalla forte presenza di canne palustri. In età romana divenne municipio col nome di Urvinum Hortense. Dopo la caduta dell’Impero Romano e l’invasione dei Longobardi, l’antico abitato si spostò lungo la pianura del Topino, dove venne fondato il nuovo centro con case in argilla e canne. Secondo la tradizione, un nobile di parte guelfa in fuga da Perugia, Valerio Ranieri, vi fece realizzare una fortificazione nel 1171. In effetti, un castello con alte mura e torri è attestato fin dall’alto Medioevo; la sua edificazione si deve probabilmente alla continua minaccia di espansionismo della vicina Assisi.

Nel 1221, secondo la tradizione, Francesco da Assisi istituì proprio a Cannara il Terzo Ordine francescano, e vestì il primo seguace di tale ordine, il beato Lucio Modestini da Cannara. La cittadina umbra era nel frattempo diventata Comune, e nel 1291 decise di sottomettersi a Perugia per ottenerne protezione.

Nel 1352 entrò a far parte del Ducato di Spoleto, ma già 1424 Braccio da Montone la concesse alla famiglia Baglioni di Perugia, che la governò fino al 1648, anno in cui morì Malatesta V, ultimo discendente di quel ramo della famiglia dei signori di Perugia. Allora il territorio entrò a far parte dello Stato della Chiesa, in cui rimase fino alla nascita del Regno d’Italia (1860).

A passi lenti nella bellezza

L’antico e assai curato borgo umbro è l’ideale per lente passeggiate alla scoperta di vicoli e scorci caratteristici. La cerchia muraria medievale è presente solo a tratti e conserva una torre e un torrione di forma circolare. L’impianto urbanistico tuttavia si è conservato perfettamente.

Il ponte sul fiume Topino attraverso via Umberto I porta alla piazza omonima, dove si potrà ammirare il palazzo Comunale e la torre Civica del XV secolo che porta lo stemma dei Baglioni, signori della città per più di duecento anni. Molto interessante è la chiesa di San Biagio, esempio di tardo romanico umbro, che conserva l’antica facciata del XIII secolo e un portale in pietra di Assisi. Da visitare è anche la trecentesca chiesa di San Matteo, interamente ricostruita nel Settecento: conserva all’interno un trittico di Nicolò di Liberatore detto l’Alunno (1430 – 1502) con la Madonna in trono con Gesù bambino tra san Francesco d’Assisi e san Matteo Evangelista e altre belle tele settecentesche; la ex chiesa di San Sebastiano, attestata fin dal 1184, è oggi sede dell’auditorium comunale.

Ricca di opere d’arte è anche la chiesa di San Giovanni Battista, del XIV secolo ma con rifacimenti databili intorno al 1584. Degna di nota è la bella tavola dell’altare maggiore con la Madonna col Bambino tra san Giovanni Battista e san Sebastiano, realizzata nel 1482 da Nicolò di Liberatore detto l’Alunno e suo figlio Lattanzio Pagani per lo scampato contagio dalla peste di Marino da Cannara e sua moglie.

Nell’ex convento delle salesiane, in via del Convitto, è ospitato il Museo della Città di Cannara, che espone materiali archeologici rinvenuti nel corso degli scavi di Urvinum Hortense, tra cui è degno di nota il mosaico di ben 65 metri quadrati appartenente alle terme dell’antico municipium e databile tra la fine del I secolo e gli inizi del II secolo d.C. Rappresenta scene nilotiche con animali esotici e una folta vegetazione come fondale di ambientazione delle diverse scene figurate. Il quadro centrale rappresenta alcuni personaggi intenti a pescare con intorno animali marini. Il Museo conserva inoltre numerosi affreschi staccati, tele e sculture di diversi artisti umbri, come Dono Doni e Marcantonio Grecchi.

Tra le vie e le chiese di Cannara sulle orme del poverello d’Assisi

Cannara è particolarmente ricca di memorie francescane. La chiesa di San Francesco venne edificata nel XV secolo proprio per ricordare la presenza del santo in città e l’istituzione del Terzo Ordine, avvenuta a Cannara nel 1221, secondo una tradizione suffragata da una versione in volgare umbro de “I fioretti’:

 ‘… ionsero ad uno castello che se chiama Cannaia […] Et ivi predicò con tanto fervore, che li homini et le donne de quello castello per grande devotione volevano andarli derietro et abbandonare el Castello […] Allora pensò de fare el Terzo Ordine per salute universale de tucti’.

In piazza IV novembre, ospitato all’interno del Palazzo Majolica-Landrini è visitabile il Sacro Tugurio, una piccola grotta dove Francesco dimorava durante le sue visite al paese. L’edificio, già di proprietà della famiglia Majolica e ristrutturato dalla famiglia Landrini in occasione del settimo centenario della morte di san Francesco nel 1926, è oggi sede del Consiglio Regionale dell’Ordine Francescano Secolare e della Fraternità OFS di Cannara.

La chiesa della Buona Morte, o delle Stigmate di San Francesco, è l’ampliamento del piccolo oratorio in cui Francesco d’Assisi vesti del primo abito del Terz’ordine il beato Lucio Modestini da Cannara. La semplice facciata del tardo Cinquecento ospita una lapide a ricordo di questi avvenimenti. All’interno della chiesetta è la venerata statua lignea della Madonna Nera di Loreto, che per un certo tempo sostituì l’originale, trafugata dalle armate napoleoniche alla fine del Settecento.

A circa 4 km dal centro storico, lungo la strada verso Bevagna, si trova la famosa edicola di Piandarca, costruita nel 1926, in occasione del VII centenario della morte di san Francesco. Qui fin dal Seicento termina la processione che parte dal centro di Cannara per ricordare un celebre avvenimento della vita di san Francesco: la predica agli uccelli, che secondo la tradizione avvenne nei pressi dell’edicola, a qualche chilometro di distanza.

Fuori dalle mura della città, tra antiche pievi e importanti siti archeologici

Nei pressi delle mura, sulla riva destra del fiume Topino, è da non perdere la chiesa di San Donato, costruita nel 1667 per preservare una miracolosa immagine della Madonna col Figlio tra i Santi Francesco e Donato, affrescata presso un’edicola campestre, e la chiesa di San Giovanni Decollato, con resti di affreschi del ‘500.

Merita una visita il pittoresco borgo di Collemancio, frazione di Cannara, un tipico castello d’altura che con le sue mura e il possente cassero a protezione dell’ingresso sembra uscito da un libro di fiabe.

Presso questa frazione si possono ammirare i resti dell’antico municipio romano di Urvinum Hortense, sorto nel I secolo a.C., dove gli scavi archeologici hanno riportato alla luce molti reperti esposti in modo permanente nell’Antiquarium e nel Museo della Città di Cannara.

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