View of Usigni nestled in autumn-colored vegetation. On the left, the Church of San Salvatore can be seen.

Usigni

Il Borgo Medievale di Usigni (Poggiodomo)

“Qui il tempo non è denaro, ma pietra e memoria” – scriveva un viaggiatore dell’800. Usigni gli darebbe ragione.

Abbarbicato su uno sperone roccioso che domina la Valle del Tissino, il borgo medievale di Usigni, ad appena 10 minuti da Poggiodomo, sembra sfidare la gravità. D’inverno, quando la nebbia avvolge la valle, il borgo sembra un’apparizione. Con le sue case in pietra ammassate attorno al Palazzo Poli e alla chiesa di San Salvatore, questo paese di poche anime (che si ripopola d’estate con i discendenti delle famiglie locali) è un ritratto autentico dell’Umbria più segreta. Il nome, che deriva da “usina” (opificio), tradisce un passato laborioso, ma oggi regna un’atmosfera sospesa, rotta solo dal vento tra i vicoli e dal cigolio delle antiche insegne di ferro.

Da curtis longobarda ad avamposto strategico

Il sito fu in origine una curtis longobarda (VII-IX sec.), confermando la sua importanza come centro amministrativo rurale prima della fortificazione.

Il Castello fu fondato nel XIII secolo come avamposto del Ducato di Spoleto, Usigni fu al centro di secolari battaglie tra Cascia, Spoleto e Norcia. Distrutto dalle truppe di Manfredi di Svevia nel 1268, rinacque grazie alla nobildonna Mimalnaldesca di Oderisio, che lo donò a Spoleto con una clausola: nessuno, tranne il Comune, poteva ricostruirlo. Nel XIV secolo, divenne covo di briganti ghibellini, mentre nel Cinquecento si dotò di uno statuto autonomo (1529), con un sistema di governo ingegnoso, il sistema elettorale con le fave è infatti un unicum umbro:

  • Elezione dei massari: tre consiglieri scelti estraendo fave nere da un’urna piena di fave bianche.
  • Vicario e balivo: amministravano la giustizia e multavano chi osava lavorare durante le 36 festività religiose
  • Camerario: teneva i conti con estrema precisione, annotando persino il numero di capi di bestiame posseduti.

Il borgo deve il suo volto attuale al cardinale Fausto Poli, nativo del luogo e potente alla corte di Papa Urbano VIII, che nel Seicento trasformò Usigni in un salotto barocco, costruendo la chiesa di San Salvatore e il suo palazzo cardinalizio pensato per ospitare la corte papale.

Cosa Vedere

  • Palazzo Poli: simbolo del potere del cardinale, con finestre incorniciate e stemmi nobiliari.
  • Pozzo Poli: voluto sempre dal cardinale, presenta scolpito lo stemma della famiglia Poli, a cui fu concesso l’utilizzo delle tre api della famiglia Barberini.
  • Chiesa di San Salvatore: Ricostruita in stile monumentale, conserva tracce degli affreschi originali.
  • Vicoli lastricati: percorreteli fino al belvedere sulla Valle del Tissino, con vista su Poggiodomo.
  • I resti del castello: pochi ruderi raccontano secoli di assedi e alleanze mutevoli

Curiosità

  • Statuto del 1529: Una copia è conservata nell’archivio di Spoleto: vietava persino di “vendere vino con misure diverse da quelle di Spoleto”.
  • La “coppa” dei cereali: antica unità di misura ancora visibile incisa su alcune pietre locali.
  • Festa del ritorno: ad agosto, gli emigrati tornano per la Sagra della Lenticchia, riaccendendo i camini spenti.
  • La “palomba alla ghiotta”, ricetta del ‘500, è un piatto tradizionale che riempie l’anima più dello stomaco.
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