Parco archeologico di Ocriculum – Otricoli
Nel cuore dell’Umbria meridionale, poco distante dall’attuale abitato di Otricoli, si estende il Parco Archeologico di Ocriculum; qui natura e memoria storica si fondono in un paesaggio di straordinaria bellezza. Affacciata su un’ansa del Tevere e incastonata lungo l’antica Via Flaminia, Ocriculum fu il primo municipio romano dell’Umbria.
Dalle origini della città all’insediamento sulle rive del Tevere
I primi ritrovamenti archeologici legati all’area di Ocriculum sono antecedenti della conquista romana, con tracce di frequentazione che risalgono all’Età del Ferro.
L’insediamento più antico sorgeva sull’altura che oggi ospita il borgo medievale di Otricoli, il cui nome deriva al latino ocris, "piccolo monte". Attorno a questo nucleo originario si svilupparono necropoli orientalizzanti e luoghi di culto di matrice arcaica ed ellenistica, testimonianze preziose della complessità culturale dell’epoca.
È nel 308 a.C., in seguito alla Battaglia di Mevania(l’odierna Bevagna), che Ocriculum stringe un’alleanza con Roma, come racconta Tito Livio. A partire da questo momento, l’insediamento si sposta verso la pianura, lungo le rive del Tevere. È qui che, nel II secolo a.C., la costruzione della Via Flaminia e la presenza di un porto fluviale – noto come Porto dell’Olio – trasformano Ocriculum in un dinamico centro commerciale e strategico.
Durante l’età imperiale, la città raggiunge il suo apice: le attività agricole, la produzione ceramica e la sua posizione favorevole contribuirono a un periodo di notevole prosperità. La monumentalità delle rovine – tra cui spiccano il teatro, le terme e la grande cisterna – restituisce la misura dell’importanza del centro nell’organizzazione territoriale romana.
Tra il 569 e il 605, durante le invasioni longobarde, Ocriculum fu distrutta. Fu in questo periodo che gli abitanti abbandonarono il sito a favore dell’insediamento in altura, dove si sviluppò il nucleo medievale di Otricoli.
Le evidenze archeologiche
L’area archeologica di Ocriculum, che si estendeva per circa 36 ettari nell’antichità, restituisce un quadro dettagliato dello sviluppo urbano e monumentale di questa città romana. I percorsi pedonali del sito guidano alla scoperta dei principali edifici che scandivano la vita pubblica e privata dell’abitato:
- Foro Romano: situato a est del cardo massimo, l’area forense si sviluppò come cuore politico e religioso della città. Gli scavi settecenteschi, promossi dalla Santa Sede, riportarono alla luce la Basilica, un imponente edificio di pianta quadrangolare con un’abside semicircolare che ospitava un ricco gruppo di statue‑ritratto degli Imperatori, dalla dinastia Giulio-Claudia a quella Severiana, testimonianza dell’importanza politica e culturale del municipio.
- Grandi Sostruzioni: una monumentale struttura lunga circa 80 metri, costituita da dodici elementi distribuiti su due livelli, concepita per sostenere un edificio pubblico di rilievo.
- Teatro: realizzato in opus reticulatum su un pendio naturale, presenta un perimetro rinforzato da un muro e pilastri. Conserva due ambulacri sotto le gradinate e un ingresso scenico in blocchi di tufo. Originariamente decorato con sculture, tra cui tre statue di Muse oggi ai Musei Vaticani.
- Terme: Edificate nel II secolo d.C. da L. Giulio Giuliano, mantengono una sala ottagonale con quattro ingressi e nicchie. Il mosaico pavimentale raffigurava una Medusa centrale e scene mitologiche (oggi nella Sala Rotonda dei Musei Vaticani), mentre una vicina sala circolare mostrava Ulisse e le Sirene.
- Via Flaminia: tratto urbano largo 6 metri e lungo 25, con basoli in leucitite segnati dai carri. Affiancato da monumenti funerari e una fonte pubblica.
- Monumenti funerari: imponenti mausolei, come quello circolare della gens Arnensis, con decorazioni lapidee e un letto funebre in osso. Alcuni elementi sono stati riutilizzati in altri edifici.
- Ninfeo: struttura in opus reticulatum con nicchie e fontane, collegata alla cisterna dell’Antiquarium di San Fulgenzio tramite cunicoli.
- Anfiteatro: realizzato in età augustea fuori dalla città, lungo la Via Flaminia. Restano alcuni tratti delle gallerie della cavea e i resti dei due ingressi principali. Si conserva, inoltre, il piano antico dell’arena e una parte del podio.
Vie di commercio oltre la Flaminia: il Porto dell’Olio
La città di Ocriculum possedeva un’importante via di collegamento grazie al suo porto fluviale, noto come “Porto dell’Olio”, costruito nei pressi di un’ansa del Tevere e attivo fino al XV secolo.
Secondo solo a quello di Ostia per importanza, questo scalo era il fulcro di un’intensa attività commerciale della città. Da qui partivano sia prodotti locali, come la pregiata ceramica, sia risorse dalla Sabina, tra cui legname – testimoniato dal pondus lignarium (un peso per bilance) conservato nell’Antiquarium di Casale San Fulgenzio.
Ma il vero protagonista era l’olio sabino, celebre in tutto l’Impero e considerato il migliore al mondo persino dal medico Galeno.
Oggi il porto è raggiungibile lungo un percorso tra la città romana e il borgo medievale. Poco prima di arrivare, si incontra la chiesa di San Vittore, ricostruita nel Settecento su un antico monastero benedettino. Sulla sua facciata spiccano materiali di reimpiego, tra cui epigrafi romane che menzionano la gens Arnensis.