Stone church of the Sanctuary of Cancelli with bell gable, surrounded by greenery on the edge of the village.

Il santuario di Cancelli

L’Umbria è sempre stata terra di passaggio, dal Sud al Nord Italia e viceversa, dal mare Adriatico al mar Tirreno, tramite per città importanti come Roma e Firenze. Terra di santi e beati, profondamente connotata da  spiritualità e  misticismo, fu da sempre meta di pellegrinaggi. Lungo le strade un tempo scomode e impervie nacquero così numerosi santuari terapeutici per il soccorso di passanti e pellegrini.Tra questi, uno dei più famosi è quello di Cancelli, una piccola frazione di Foligno sulla via Flaminia. Secondo la tradizione, da questa località passarono gli apostoli Pietro e Paolo nei loro lunghi pellegrinaggi dedicati all’evangelizzazione della penisola. Accolti e ospitati da una povera famiglia del luogo, vollero ringraziare i membri di questa attraverso un privilegio accordato loro e ai loro discendenti per linea maschile: poter risanare i malati attraverso la semplice imposizione delle mani; nacque così l’espressione popolare tuttora in uso ‘andarsi a segnare a Cancelli’.

Dalla tradizione popolare all’edificazione di un santuario

La documentazione relativa alla pratica dell’imposizione delle mani nel tempo è davvero imponente, e autorevoli sono le attestazioni ricevute per le guarigioni ottenute: le pratiche, interdette dal Concilio di Trento, furono severamente proibite nel 1586 dal vescovo di Foligno Marco Antonio Bizzoni, che ritirò il divieto quando, ammalato di sciatica, dovette ricorrere egli stesso all’aiuto dei Cancelli per guarire. L’affluenza di malati e pellegrini nella povera stanza dell’abitazione familiare rese necessaria  alla metà del secolo XVII la costruzione di una chiesa in forma di oratorio.

L’edificio si rivelò tuttavia inadatto ad accogliere il gran numero di fedeli. Si intraprese così la costruzione di un vasto santuario, in considerazione del fatto che la maggior parte del popolo non riusciva a essere ospitata all’interno della prima costruzione e seguiva la Messa fuori dall’Oratorio, come attesta il documento di fondazione del 1744, conservato presso la Cancelleria vescovile di Foligno. Tra  il 1744 e il 1765, per intervento del vescovo di Foligno Mario Antonio Maffei, venne edificata la chiesa attuale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo; il progetto della costruzione venne affidato con ogni probabilità all’architetto folignate Filippo Neri.

La struttura è stata recentemente ristrutturata e restituita al culto.

La chiesa dei SS. Pietro e Paolo e la ‘camera degli apostoli

La chiesa sorse sopra l’ambiente in cui, secondo la tradizione, erano stati ospitati gli apostoli Pietro e Paolo, dove la famiglia Cancelli somministrava il rito della guarigione. Presenta una pianta a croce greca, con tre altari: presso l’altare maggiore si trova un’interessante pala che rappresenta i Santi Pietro e Paolo,  opera della metà del Settecento del pittore piemontese Claude Francois Beaumont, che la donò al santuario; sull’altare di sinistra si trova una tela di ignoto autore che rappresenta la Vergine tra Santi; l’altare di destra ospita invece una bella tela settecentesca con San Feliciano, del pittore folignate Antonio Coccetti.

Dietro all’altare maggiore, due rampe di scale portano alla cripta, o ‘Camera degli Apostoli’, il modesto ambiente che fu ricovero, secondo la tradizione, dei Santi Pietro e Paolo, luogo in cui avveniva, e avviene tuttora, il rito dell’imposizione delle mani tra guaritore e malato.

In occasione della festa dell’Ascensione e di quella dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, il Santuario è meta di un importante pellegrinaggio, ancora oggi, da parte di numerosi fedeli che si fanno ‘segnare’ dall’ultimo discendente della famiglia Cancelli.

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