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Tre giorni a Ferentillo. Tra mummie, templari e rocche perdute

Giorno 1: L'essenza medievale e il mistero delle mummie

 

Mattina: i due borghi di Ferentillo: Matterella e Precetto.

L’itinerario inizia dalla borgata di Matterella, la più antica. L'antico borgo, di origini altomedievali, si fonde perfettamente con la costa rocciosa e scoscesa del Monte, creando un unico complesso di case in pietra. Queste sono collegate da una rete di stretti vicoli gradinati che seguono l'aspra morfologia della montagna. Il percorso oltrepassa il portale della Duecentesca chiesa di Santa Maria, senza soffermarsi: la sua importanza verrà approfondita nel secondo giorno. Si sale quindi verso la Rocca, un'impressionante costruzione con torri e mastio, la sua mole aiuta a comprendere la struttura difensiva del borgo.
Tornati verso il basso si attraversa il ponte sul fiume Nera, e si raggiunge l’altro borgo: Precetto le cui origini di Precetto risalgono al XII secolo. Il borgo è arroccato sul pendio di Monte Sant’Angelo. La sua parte più antica, ancora oggi cinta da mura difensive e dal fitto bosco, si sviluppa a forma di triangolo. Al vertice domina la torre di avvistamento, dalla singolare pianta pentagonale dettata da esigenze logistiche. All’interno delle mura, ai piedi della torre, si conservano gli antichi terrazzamenti con ulivi ancora coltivati. L'obiettivo principale è la chiesa di Santo Stefano. Si possono visitare i due livelli sovrapposti: la chiesa superiore, del XVI secolo, e quella inferiore ipogea, oggi cripta-Museo. Questo è il luogo delle mummie. L'esposizione dei corpi, alcuni con tracce di abbigliamento, non è una macabra attrazione, ma un documento antropologico unico che racconta storie di vita e di morte passate. La scientifica esposizione invita a una riflessione sulla storia locale e sui processi di conservazione.

Pomeriggio: trekking urbano tra le Rocche.

Il pomeriggio è dedicato a un trekking urbano che collega le due rocche. Dal centro di Precetto, si imbocca il sentiero che sale verso la sua rocca, oggi un rudere che offre una posizione privilegiata per osservare la magnifica valle del Nera. Si prosegue poi lungo il crinale o, in alternativa, si scende per riprendere il sentiero che collega visivamente le due fortificazioni. Questo percorso permette di capire appieno il genio strategico dell'insediamento, di cui faceva parte di un più ampio sistema di torri di avvistamento, nato per proteggere l'abbazia di San Pietro in Valle, importante centro di potere longobardo. Le rocche, sorte fra la fine del regno longobardo (VIII) e le invasioni saracene (IX-X) erano circa 30 rocche, alcune di loro sono divenute nel tempo veri e propri castelli. Ne rimangono 18, corrispondenti grosso modo alle frazioni del Comune di Ferentillo.

Giorno 2: il codice templare e la leggenda del Graal

Mattina: i simboli nascosti nella chiesa di Santa Maria.
A Matterella merita una visita approfondita alla chiesa di Santa Maria. L’attenzione principale risiede nella sua simbologia. Per scoprirla basta cercare gli affreschi dei santi: le iniziali compongono infatti l'acronimo "S. GRAAL", un enigma simile a quello della chiesa di Rennes-le-Chateau, in Francia. Da osservare anche i vari i simboli alchemici e massonici, come la squadra e il compasso, e le insolite figure di Lilith e dei diavoli Asmodeus e Samael. Questa chiesa racconta una storia legata ai cavalieri templari e ai loro segreti

Pomeriggio: il tesoro perduto a San Mamiliano.

A pochi minuti da Ferentillo si incontra il castello di San Mamiliano. Il castello ha tre cerchia di mura concentriche e un torrione di osservazione. La sua chiesa, dedicata a San Biagio (santo caro ai templari), custodisce il cuore della leggenda. Per chi ama l’arte, da non perdere la pala d'altare di Jacopo Siculo, recentemente restaurata, che raffigura San Mamiliano e San Biagio. Poco distante si incontra il convento abbandonato di San Giovanni, dove gli ultimi Templari si rifugiarono a seguito della loro soppressione avvenuta nel 1312. Secondo la tradizione, questo luogo fu anche il nascondiglio di un tesoro e di due reliquie di inestimabile valore: un frammento della Vera Croce e la punta della Lancia di Longino. Questi cimeli passarono dai Templari alla famiglia Cybo- Malaspina (feudatari dal 1484), poi trafugati (sembra grazie ad Innocenzo VIII, che era un Cybo) e finiti in Vaticano. La visita, quando possibile, offre un vero brivido perché vi si respira una strana atmosfera di mistero.

Giorno 3: avventura sulla roccia ed esplorazione della valle dei castelli

Mattina: arrampicata in falesia.
Per un'esperienza attiva, ci si deve dirigere alla Falesia di Ferentillo. È una delle palestre di roccia più apprezzate del centro Italia, con una vasta gamma di vie adatte a diversi livelli di preparazione. La qualità della roccia, la varietà delle difficoltà e la vista sulla Valnerina che si guadagna in vetta soddisfano gli appassionati di arrampicata. Inutile ricordare chela bellezza del paesaggio merita già da sola, una passeggiata nella zona, il territorio è inserito nell'area del  Parco Fluviale del Nera.

Pomeriggio: il castello fantasma di Umbriano.
Da Ferentillo, seguendo uno dei due percorsi, si raggiungono le rovine del castello di Umbriano, definito "l'occhio dell'abbazia". In alternativa, se non si vuole camminare, si può parcheggiare a Macenano ed imboccare il sentiero 610. Alcune ricerche individuano Umbriano come sede di CATARI vissuti in Valnerina tra l’ XI° e il XIVsec. Questo sito, come quelli di Monterivoso e Colleponte, fa parte dell’ampio sistema difensivo (le 30 rocche di cui si è parlato nel Giorno 1) che trasforma l'intera vallata in una "valle dei castelli”, una vera e propria mappa del potere e del controllo territoriale di epoca alto-medievale.

 

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