Panoramic view of the exterior of the Church of San Sebastiano, with its simple plastered façade, reflecting a modest and restrained architecture.

Chiesa di San Sebastiano - Panicale

La chiesa di San Sebastiano di Panicale fu costruita sullo scorcio del XV secolo dalla comunità del castello, accanto a un ospedale dedicato alla cura dei malati di peste – un lazzaretto – presso il quale era in funzione un cimitero destinato alla sepoltura degli appestati. La chiesa, posta a circa 250 metri dalle mura di Panicale, in fondo al Borgo Regio, è un edificio in laterizio dalle dimensioni modeste, con una facciata quadrata rivestita d’intonaco. In origine l’edificio era preceduto da un portico di cui restano due arcate lasciate libere dall’intonaco. La frase incisa sopra il portale d’accesso – ECC(LESI)A S(ANC)TI SEBAST(IAN)I C(AST)RI PANICALIS – informava i visitatori che la chiesa apparteneva al castello di Panicale e che era dedicata al santo invocato contro la peste.

L’interno era coperto da un tetto a due spioventi, con capriate lignee in vista; venne poi modificato nella forma attuale nel 1623. La chiesa venne ornata con capitelli, cornicioni, due altari e due coretti. All'esterno, nella parte sinistra in alto, compaiono due formelle in cotto recanti le date 1690 e 1725, mentre nella parte esterna dell'orto si trova la data 1692. È molto difficile interpretare queste tre date. Si suppone che la data 1690 sia dell'anno in cui le Monache presero possedimento dell'edificio grazie a un lascito del Monsignor Paolo Corsetti al Collegio delle Vergini. Verosimile anche la data 1725 che potrebbe rimandare a un altro lascito al Collegio. Riguardo all'ultima data 1692 senza alcun dubbio da riferirsi alla costruzione del muro di cinta per iniziativa delle Monache del Collegio.

All'interno della Chiesa si nota, sopra un altare laterale, una tela con la Madonna delle Grazie, attribuita ad Antonio Pomarancio. È tuttavia nella parete di fondo che risalta lo splendore del celebre affresco del “Martirio di San Sebastiano” di Pietro Vannucci, detto “Il Perugino”, il maggiore pittore umbro del Rinascimento.

L’iconografia del dipinto è nota: la leggenda del martirio è riferita da una Passio Sancti Sebastiani, tradizionalmente assegnata a sant’Ambrogio ma verosimilmente composta da un monaco romano sullo scorcio del V secolo e poi presente nella Legenda Aurea di Iacopo da Varazze. Vi si narra che Sebastiano era nato nel 256 d.C. da una famiglia originaria della cittadina di Narbona in Provenza, che militò come soldato tra i pretoriani, per poi entrare a far parte della guardia imperiale. Convertitosi al cristianesimo, fu scoperto da Diocleziano, il quale, adirato, ordinò che fosse condotto in mezzo a un campo, legato a un bersaglio e colpito dagli arcieri.

Il luogo del supplizio fu visitato da una vedova di nome Irene che, sorpresa dal fatto che Sebastiano fosse ancora vivo, lo portò nel suo palazzo e curò le sue ferite. Diocleziano, alla notizia che il suo soldato era riuscito a salvarsi, diede subito ordine che fosse catturato di nuovo e flagellato a morte. Il supplizio delle frecce, al quale san Sebastiano riuscì a scampare, contribuì fortemente a diffonderne la fama di depulsor pestilentiae.

La scena del Martirio è rappresentata in una sala che presenta sontuose decorazioni architettoniche, a mostrare le conoscenze prospettiche acquistate dal più grande maestro di quest’arte in quel tempo, Piero della Francesca. Il colore è ancora brillante e trasparente, come quando fu applicato sull’intonaco umido, e conserva lo splendore che contraddistingue la vera pittura a fresco. Il Martire occupa il centro della composizione e ne costituisce il soggetto principale; è legato a una colonna di porfido posta sopra un piedistallo. Le proporzioni esatte della figura, l’ammirevole descrizione di tutte le sue parti, mostrano lo studio dedicato da Pietro alle forme umane.

Lo spettatore può ammirare la divina rassegnazione del santo; gli strumenti di tortura sono tenuti quanto più possibile fuori dalla vista. Anche i carnefici sembrano avere assorbito lo spirito dell’eroe cristiano e compiono il loro dovere con malinconica tenerezza. Le teste degli arcieri sono di singolare bellezza e grazia e rammentano Raffaello. Due gruppi di spettatori occupano il piano di fondo e servono a completare la composizione. Il portico è aperto ed elegante, tra gli archi si vedono le colline che circondano Panicale e l’azzurro del lago Trasimeno. Sul piedistallo che sostiene il Martire è scritto il nome del pittore, e sui pilastri del portico la data 1505. Pietro aveva allora 59 anni.

Circa dieci anni prima si era stabilito a Perugia, dopo aver ottenuto la fama con l’esecuzione di grandi lavori a Firenze e a Roma. Quando dipinse a Panicale, la sua fama era al culmine. Pietro ripeté più di una volta il soggetto del Martirio di san Sebastiano: si può ricordare un dipinto su tavola esistente a Perugia nella chiesa di San Francesco dei Conventuali, che fu eseguito tredici anni più tardi, quando l’età ne aveva indebolito le capacità.

Informazioni utili e accessibilità
Informazioni utili:

La Chiesa di San Sebastiano custodisce l’affresco del Perugino dedicato al martirio del santo.

E Mail: panicale@sistemamuseo.it

Telefono: 075 837433

E’ Possibile visitare questo luogo in autonomia o tramite un tour guidato, contattando l'Info Point locale.

Ingresso gratuito per persone con disabilità e relativo accompagnatore.



Come raggiungere la struttura:

E’ possibile raggiungere la struttura in auto. In prossimità dell’ingresso si trovano due parcheggi riservati a

persone con disabilità munite di contrassegno auto. La pavimentazione è in asfalto e risulta compatta con una

pendenza trasversale di circa il 4%.



Muoversi all'interno della struttura:

Per accedere all’interno della chiesa troviamo una serie di tre gradini: due a salire, prima del varco di ingresso, e uno a scendere, subito dopo. L’altezza dei gradini varia dagli 11 ai 17 cm. Il portone di ingresso ha una luce netta di passaggio superiore a 80 cm con un’altezza libera di soli 182 cm. La struttura è caratterizzata da una navata rettangolare che si sviluppa su unico livello. La pavimentazione interna è di piastrelle tipo cotto con superficie antisdrucciolevole. All’interno si trovano gli affreschi del Perugino, delimitati da dissuasori che regolano la corretta distanza dei visitatori dalle opere.



Fruizione dei contenuti:

All'interno di San Sebastiano sono presenti dei pannelli con la descrizione delle opere “Martirio di San Sebastiano” e “Madonna col Bambino” del Perugino, in lingua italiana, inglese e Braille. Vi sono riproduzioni tattili delle opere per non vedenti e ipovedenti. Inoltre con la tecnologia NFC e un QR Code è possibile accedere alla webAPP denominata "Il Perugino per tutti" al link https://trasimeno.appculture.it/.

Qui le informazioni sono elaborate per essere fruibili da parte di un pubblico diversificato per età, esigenze sensoriali e comunicative: audioguide per adulti e per bambini in italiano ed inglese, videoguide in LIS (Lingua Italiana dei Segni) ed IS (International Sign) per adulti e per bambini ed infine la descrizione dell’opera in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) e ACC (Augmentative and Alternative Communication) che facilita la comunicazione per persone con difficoltà di apprendimento o di tipo cognitivo.



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