Cesi: terra di miti e leggende
Cesi e il sovrastante Monte Torre Maggiore, con i suoi boschi sempreverdi e i resti di torri, rocche e mura, così imponenti da sembrare erette da giganti, sono al centro di numerose leggende sin da epoche remote. Un tempo tappa del Gran Tour, questi luoghi hanno affascinato per secoli scrittori e artisti, attratti da un paesaggio che unisce storia, mito e natura.
Dispettosi spiritelli tra i monti ternani: i Mazzamorelli
Tra le creature più temute che abitano i boschi di Cesi ci sono i Mazzamorelli, piccoli folletti che di notte si aggirano tra le case battendo una mazza sui muri – da qui il loro curioso nome – per terrorizzare gli abitanti.
Nonostante il mazzamorello potrebbe ricordare il dispettoso Gnefro, creatura che si nasconde negli anfratti della Cascata delle Marmore, in realtà è più simile a un “incubo”: di notte, a volte si siede sulla sua vittima per togliergli il respiro e disturbare il sonno, oppure si diverte a liberare gli animali rinchiusi nelle stalle, costringendo il padrone a rincorrerli.
Ancora oggi si raccontano numerose storie su questi spiritelli, così radicate nell’immaginario popolare che, tra Terni e Narni, esiste perfino una strada che ne porta il nome: la “Strada di Mazzamorello”.
La Grotta Eolia: il respiro del monte
Il sottosuolo di Cesi, attraversato da grotte e cunicoli carsici, rappresenta un vero patrimonio, oltre che speleologico, anche di miti e leggende: dalle sue grotte fuoriescono correnti d’aria calda in inverno e fresca in estate.Questo fenomeno naturale così particolare ha nutrito l’immaginario e la curiosità di molti studiosi e scrittori fin dall’antichità: Virgilio collocava qui l’abitazione del dio Eolo, mentre i grandi intellettuali del Grand Tour ne fecero una tappa obbligata durante il loro Viaggio, attratti dalla particolarità di queste cavità sotterranee, avvolte da un alone di leggenda.