The façade of the Cathedral of Santa Maria Assunta in Terni, with its colonnaded portico and side bell tower, with the fountain in front reflecting the sky and the building adjacent to the cathedral

La Cattedrale di Santa Maria Assunta e la sua Cripta – Terni

Il duomo di Terni, dedicato a Santa Maria Assunta, ha una storia lunga e complessa che spesso rende incerte date e vicende costruttive.

Secondo la tradizione fu Sant’Anastasio, vescovo di Terni durante il VII secolo, a costruire sopra i resti di un tempio pagano il primo luogo di culto. Le prime informazioni agiografiche di sant’Anastasio, risalenti al XV secolo, danno notizia del ritrovamento della sua sepoltura nel 840: da quel momento Anastasio divenne patrono della città fino al 1644, quando fu sostituito da San Valentino.

La cripta

Il duomo ternano custodisce le tracce di fasi costruttive precedenti alla chiesa stessa, le più antiche risalenti al VI-VII secolo, identificate come la chiesa costruita dallo stesso sant’Anastasio. Tra queste, la più importante è sicuramente rappresentata dalla cripta, interpretata come la primitiva chiesa costruita intorno al sepolcro di sant’Anastasio, ancora oggi conservato al suo interno.

Nonostante la sua datazione sia incerta, elementi lapidei databili al IX secolo inglobati nelle murature della cripta sembrano suggerire che la costruzione di questo primitivo luogo di culto sia contemporanea al ritrovamento della tomba del santo.

L’ambiente, del tipo “ad oratorium” è una sala absidata ripartita da quattro colonne. La cripta è ubicata sotto la navata centrale (circa tre metri sotto il pavimento) ma in origine emergeva dal terreno come attestano anche le tre monofore che si aprono sulle pareti. L’altare poggia su un’ara pagana inserita tra due formelle in stile cosmatesco, sotto si leggono due iscrizioni riferite all’altare dedicato a sant’Anastasio.

Chiesa romanica

La chiesa fu edificata nel XII secolo sopra alle strutture precedenti. L’aspetto attuale è tuttavia il risultato di numerosi rifacimenti avvenuti nel corso dei secoli.

Della fase romanica restano alcune tracce della pavimentazione in stile cosmatesco e di arredi lapidei come le decorazioni del portale maggiore. L’originale facciata era preceduta da un portico sorretto da colonne di spoglio, e illuminata da due bifore e un rosone, oggi visibili nella controfacciata.

Con il rifacimento della tribuna e dell’abside, nel XV secolo, iniziarono importanti rifacimenti. Nel 1559 fu alloggiato il coro ligneo, opera di Domenico Corsi. Nel 1565 fu ampliato il corpo longitudinale e furono aperte nuove cappelle laterali secondo il progetto dell’aretino Sebastiano Flori, allievo di Giorgio Vasari.

Durante il XVII secolo la cattedrale assunse il suo definitivo aspetto barocco, con la realizzazione della piazza antistante e della decorazione murale dell’abside, che raffigura l’Assunzione della Madonna, attribuita alla scuola di Andrea Polinori.

La torre laterale, oggetto di una diatriba per il suo posizionamento durante la ricostruzione cinquecentesca, venne posta infine a sinistra dell’abside e inaugurata come campanile nel 1743.

Aspetto esterno

La facciata dell’edificio, rivestita da un elegante paramento in calcare bianco, si distingue per un ampio porticato a un doppio ordine di colonne, sul quale si aprono tre portali in stile romanico.

Il portale maggiore è decorato con raffinate girali di foglie d’acanto, tra le quali sono inseriti animali simbolici e fantastici. L’iscrizione incisa sul portale attribuisce l’opera al maestro narnese Ocellus Scinda.

La curiosa presenza a sinistra del portale centrale di una lastra dove è incisa l’importa di una scarpa, ha dato adito a numerose interpretazioni: secondo una di queste, si tratterebbe della misura massima dell’altezza del tacco concesso alle donne, stabilita dai regolamenti emanati nel 1444 dal comune di Terni.

All’estremità destra del portico si trova un portale ad arco acuto, realizzato nel 1439, decorato da un tralcio di vite che nasce dalla mano di un vignaiolo e ricade sottoforma di vino in un’anfora posta nel lato opposto del portale. Nonostante oggi il portale risulti privo di un vero e proprio ingresso, in origine costituiva probabilmente l’accesso al battistero.

La copertura del portico è realizzata a terrazza, mentre la parte superiore della facciata è arricchita da una balaustra lavorata in travertino, progettata da Marcello Piacentini. Da questa balaustra si affacciano le otto statue di vescovi ternani, tra cui San Valentino, opera di Corrado Vigni.

Interno

La cattedrale è a croce latina, a tre navate divise da pilastri, su cui si aprono le cappelle laterali, come quelle del battistero e del Santissimo Sacramento. Molti degli arredi del Seicento sono andati perduti nell’Ottocento e nei bombardamenti del Novecento.

Alcuni dipinti riferibili al XV secolo suggeriscono che la cattedrale in quel periodo fosse ricoperta di affreschi votivi, come l’affresco frammentario che raffigura sant’Antonio Abate e le figure di vescovi, o quello che ritrae una Madonna Annunciata.

La controfacciata nel 2007 è stata affrescata dal pittore argentino Ricardo Cinalli, la “Rete mistica” raffigura la resurrezione dei corpi durante il Giudizio universale. A sinistra del portale maggiore, la tela con l’Orazione nell’orto, rarissima testimonianza dell’opera pittorica di Francesco Cincinnato; a destra una Circoncisione, tavola di Livio Agresti del 1560. Sull’estremità sinistra, sopra all’affresco frammentario di XV secolo di sant’Antonio Abate, è posta una tela del 1568 di Marten Stella che raffigura la Madonna con bambino tra santi.

Nel braccio destro del transetto è stata collocata una tela del XVII secolo dipinta da Bartolomeo Babiani che raffigura San Martino e il povero, proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Carmine. Nella cappella maggiore è presente l’altare policromo realizzato nel 1762 da Antonio Minelli, con il maestoso tabernacolo di Carlo Murena, sovrastato dalla tela ovale raffigurante la Vergine orante. Sulla sinistra, il grandioso organo a canne del 1647, opera di Luca Neri. Nell’abside è presente il magnifico coro ligneo del 1559 attribuito a Domenico Corsi, mentre nell’ampio catino absidale l’affresco del 1782 “Trinità in Gloria”, di Liborio Coccetti.

Esplora i dintorni
Le principali attrazioni nelle vicinanze