La città di Orvieto sorge sull’altopiano di tufo, La Rupe, che domina la valle del fiume Paglia, affluente del Tevere.
La sua identità risiede nel rapporto unico tra il visibile e l’invisibile. Le vie medievali, i palazzi papali e il duomo—capolavoro gotico che è un inno di luce e colore—costituiscono la trama di superficie. Sottostante c’è un mondo specchiato di cripte, cisterne e grotte etrusche. Un equilibrio raro e compiuto tanto da aver meritato, nel 2006, la candidatura a Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.
Cenni storici: ascesa, declino e rinascita sulla rupe
Le origini di Orvieto affondano in un insediamento protostorico, evolutosi nell'antica e potente Velzna, fulgida metropoli etrusca, sede del Fanum Voltumnae, il santuario federale della lega Etrusca. La sua fortuna si eclissò con la conquista romana del 264 a.C. La riorganizzazione amministrativa e la nuova logistica dei traffici, che privilegiavano gli assi fluviali, condannarono Volsinii Vetus a un progressivo declino, relegandola ai margini per tutta l’epoca tardo-antica e altomedievale, segnata da successive dominazioni.
In epoca altomedievale la rupe tornò a rappresentare una fortezza naturale dove fu rifondata la cittadella di Ourbibentos. Intorno all’anno Mille, l’evoluzione linguistica di questo nome diede origine alla denominazione Urbs Vetus ("Città Vecchia"), da cui deriva etimologicamente l’attuale Orvieto.
Il conseguimento dello status di libero comune, formalmente riconosciuto nel 1137 e sancito da un atto ufficiale nel 1157, segnò l’inizio di una nuova fase di sviluppo politico ed economico. Questo periodo raggiunse il suo apice nei secoli XIII e XIV, durante i quali la città conobbe una significativa fioritura in ambito culturale, istituzionale e architettonico.
Il Medioevo, tuttavia, rappresenta anche un periodo di lotte civili e religiose tra le famiglie nobiliari e il Papato, al quale pose fine l’intervento del cardinale Albornoz, che nel 1354 riuscì a riaffermare il controllo della Chiesa innalzando l’omonima rocca affacciata sulla rupe.
Orvieto mantenne l’indipendenza comunale fino al 1499, quando entrò definitivamente a far parte dello Stato della Chiesa sotto cui rimase, salvo la parentesi napoleonica che provocò l’insurrezione degli abitanti, fino alla nascita del Regno d’Italia.
Sulle tracce dell’antica Velzna
Orvieto rappresenta una destinazione privilegiata per conoscere la civiltà etrusca, essendo sorta sulle rovine dell'antica e potente Velzna. Il centro storico custodisce un ricco patrimonio museale che permette di ripercorrere la vita, la cultura e il culto di questo popolo raffinato.
Tre istituzioni si rivelano fondamentali per l'esplorazione: il Museo Claudio Faina, con la sua pregevole collezione di ceramiche, il Museo Civico, che espone preziose testimonianze epigrafiche e della vita quotidiana, e il Museo Archeologico Nazionale, con i maestosi resti architettonici del Tempio del Belvedere e reperti provenienti dal Fanum Voltumnae.
Poco fuori dall’abitato, le necropoli disegnano una vera e propria città dei morti. La Necropoli della Cannicella, con il suo santuario dedicato a una divinità femminile, e la celebre Necropoli di Crocifisso del Tufo, i cui sepolcri monumentali organizzati in isolati recano ancora i nomi delle grandi famiglie aristocratiche, offrono un racconto silenzioso e potente dell'organizzazione sociale etrusca.
Il percorso prosegue idealmente nel territorio circostante, alla scoperta di sepolcri affrescati come le Tombe Golini e la Tomba degli Hescanas, luoghi che, attraverso i loro affreschi, rivelano la visione dell'aldilà e l'eccezionale abilità artistica degli Etruschi.
La città nella roccia e il suo cuore medievale
La morfologia di Orvieto è interamente determinata dal pianoro vulcanico che funge da piattaforma geologica stabile e difendibile, presupposto fisico per lo sviluppo di un centro urbano fortificato di rilevanza strategica.
Il Duomo: l’anima gotica dell’Umbria
Il Duomo di Orvieto è l’assoluto e imperdibile capolavoro di architettura gotica italiana. La sua facciata caratterizzata da fasce bianche in travertino alternate a nere in basalto, rappresenta il simbolo per eccellenza della città. La costruzione, avviata nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV, sotto la direzione di fra Bevignate da Perugia, vide il completamento della facciata solo a metà del XVI secolo, con i raffinati bassorilievi opera di Ippolito Scalza.
All’interno, da non perdere la Cappella del Corporale, affrescata nel 1357-1364 da Ugolino di Prete Ilario, con il Reliquiario dell’orafo senese Ugolino di Vieri con il santo lino insanguinato o corporale del miracolo di Bolsena (1263), e la Cappella di San Brizio, affrescata da Beato Angelico e Luca Signorelli, le cui potenti scene apocalittiche e del Giudizio Universale segnano uno dei vertici della pittura rinascimentale italiana.
Le architetture dell’indipendenza comunale
Con l’affermarsi dell’autonomia comunale nel XIII secolo, Orvieto visse un’intensa stagione di rinnovamento urbanistico, che diede forma a palazzi divenuti simbolo della sovranità civica:
- Palazzo Comunale: costruito tra il 1216 e il 1290, e successivamente rinnovato da Ippolito Scalza, mostra ancora oggi la sua origine medievale nelle sette arcate a tutto sesto del piano terra. A lato, la chiesa di Sant’Andrea col suo singolare campanile dodecagonale completa il complesso.
- Palazzo del Popolo: realizzato tra XIII e XIV secolo come residenza del Capitano del Popolo, conserva al piano tracce di mura etrusche e dell’acquedotto medievale. La Sala dei Quattrocento, con i suoi affreschi storici, è oggi uno spazio congressuale di grande prestigio.
- Palazzo dei Sette: eretto alla fine del XIII secolo per ospitare la Magistratura dei Signori Sette, i consoli rappresentanti delle Arti. Fulcro della vita politica e civile medievale, nel Cinquecento fu rinnovato con la costruzione di un grande portale e del maestoso scalone d’accesso. Dopo essere stato ristrutturato alla fine del XX secolo, oggi ospita numerose mostre e iniziative culturali.
- Torre del Moro: alta 47 metri, costruita intorno al 1200 nel cuore della città, al centro dei quattro quartieri (Corsica, Serancia, Olmo e Santa Maria della Stella). Inizialmente chiamata Torre del Papa, deve il suo nome attuale al viterbese Raffaele di Sante detto il Moro, proprietario del sottostante palazzo Gualtiero.
I palazzi che affermano il controllo pontificio
L'influenza del papato ha plasmato Orvieto, lasciando una profonda impronta nel suo tessuto urbano attraverso palazzi e rocche che ne affermavano il potere.
- Palazzo Vescovile (977), voluto da Benedetto VII, fu residenza per numerosi papi. Ospita oggi il Museo Archeologico Nazionale, con le pregevoli Tombe Golini del V secolo a.C.
- Adiacente sorge Palazzo Soliano, noto come Palazzo di Bonifacio VIII. Ospita il Museo Emilio Greco e, al piano superiore, il Museo dell'Opera del Duomo.
- La Rocca Albornoziana (1364), fortezza a pianta quadrilatera, fu simbolo del controllo pontificio. Dell'originaria struttura restano le mura perimetrali e i torrioni. Oggi l'area è occupata dai Giardini Pubblici.
Chiese: stratificazione di storia e fede
- San Giovenale (1004): tra le più antiche, sorge su un tempio etrusco e un edificio paleocristiano.
- Sant’Andrea (1013): affiancata al Palazzo comunale, custodisce un percorso museale che spazia dall'Età del Bronzo all'epoca cristiana. Caratterizzata da un campanile a dodici lati.
- San Domenico (1233): conserva l’abside originale, la cattedra di San Tommaso d’Aquino e il mausoleo del cardinal De Braye, capolavoro di Arnolfo di Cambio con la statua della Madonna rimodellata da una scultura romana del II secolo a.C.
- San Francesco (1240 ca.): l'aspetto barocco cela origini duecentesche. Il convento annesso ospita la Biblioteca Comunale.
- San Lorenzo de’ Arari: eretta intorno all'anno Mille su un’ara etrusca, presenta un portale del XV secolo inserito in una facciata romanica in tufo.
Orvieto Sotterranea: ingegno e sottosuolo
La città rivela la sua storia più antica e il suo genio ingegneristico negli ipogei che si distendono nel sottosuolo di tufo.
- Orvieto Underground: un labirinto di grotte, cave e ambienti scavati in oltre 2500 anni di storia, a partire dagli Etruschi. Un viaggio nella stratificazione della città.
- Pozzi e Cisterne: complessi come il Pozzo della Cava e il Labirinto di Adriano svelano l'eccezionale maestria idraulica etrusca, con una rete di cunicoli e depositi funzionali all'approvvigionamento idrico.
- Pozzo di San Patrizio: capolavoro di ingegneria rinascimentale voluto da Papa Clemente VII. Antonio da Sangallo il Giovane concepì nel 1527 un'opera di 62 metri di profondità, scandita da due scale elicoidali indipendenti—una soluzione geniale per regolare il flusso di chi scendeva per l’acqua e di chi risaliva.