Dai monaci benedettini ai chirurghi laici
La Scuola Chirurgica Preciana affonda le sue radici nel X secolo, quando i monaci benedettini dell’Abbazia di Sant’Eutizio iniziarono a praticare e insegnare la medicina. Grazie alla loro conoscenza delle piante officinali e delle tecniche chirurgiche, i monaci divennero punti di riferimento per la cura delle malattie e delle ferite. Tuttavia, il Concilio Lateranense IV del 1215 proibì al clero di esercitare la chirurgia, considerata un’attività troppo “profana”.
Questa decisione portò a una svolta: i monaci iniziarono a trasmettere il loro sapere agli abitanti di Preci, dando vita a una tradizione chirurgica laica. I preciani, già esperti nell’allevamento e nella macellazione degli animali, applicarono queste conoscenze anatomiche alla chirurgia umana, sviluppando tecniche innovative per l’epoca.
Le specializzazioni: cataratta, ernie e oltre
I chirurghi preciani divennero famosi in tutta Europa per la loro abilità in due campi specifici: la cura della cataratta e il trattamento delle ernie. Per la cataratta, utilizzavano una tecnica chiamata abaisement, che consisteva nel far scivolare la lente opaca verso il basso per ripristinare parzialmente la vista. Per le ernie, invece, svilupparono metodi chirurgici avanzati, tra cui l’uso di bende e supporti per ridurre il rischio di recidive.
Queste competenze erano così rinomate che i chirurghi preciani venivano chiamati a operare nelle principali città italiane ed europee. Documenti storici attestano la loro presenza negli ospedali di Roma, Firenze e Napoli, nonché nelle corti reali di Francia e Spagna. La loro fama era tale che, nel XVI secolo, il chirurgo preciano Andrea della Croce scrisse un trattato di chirurgia, Chirurgiae universalis opus absolutum, che divenne un punto di riferimento per la medicina dell’epoca.
Museo della Scuola Chirurgica
Con l’avvento della medicina moderna e la centralizzazione delle istituzioni mediche, la Scuola Chirurgica Preciana perse gradualmente la sua rilevanza. Tuttavia, la sua eredità sopravvive nei manoscritti, negli strumenti chirurgici e nelle tecniche che hanno influenzato lo sviluppo della medicina europea.
Oggi, molti degli strumenti utilizzati dai chirurghi preciani sono esposti nel Museo della Scuola Chirurgica di Preci, allestito nella chiesa di Santa Caterina. Tra i reperti più interessanti ci sono bisturi, pinze e aghi risalenti al Medioevo, testimonianze tangibili di un’epoca in cui Preci era un un punto di riferimento del sapere medico.
Visitare l’abbazia
Nonostante i danni subiti dall'ultimo terremoti (è in corso il restauro), l’Abbazia di Sant’Eutizio rimane un luogo di grande fascino storico e culturale. Negli spazi museali dell’abbazia, recenti interventi di consolidamento hanno rivelato murature originali risalenti alla fine del VI secolo.
Oltre alla medicina, il museo conserva una ricca collezione di opere d’arte e oggetti liturgici, tra cui sculture lignee, dipinti e raffinati lavori di oreficeria. Il sito è un punto di partenza ideale per esplorare la Valnerina e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con numerosi sentieri escursionistici che si snodano tra boschi e vallate.
Come arrivare
L’abbazia si trova a circa 5 km da Preci e a 40 km da Norcia. È raggiungibile in auto tramite la SP476, attraversando un paesaggio caratterizzato da boschi di faggi e prati d’alta quota. Nei dintorni, è possibile visitare altri centri di interesse storico e naturalistico, come Norcia, Visso e Castelluccio di Norcia, celebre per la fioritura delle lenticchie tra maggio e luglio.