Alla scoperta dell'Abbazia
La chiesa abbaziale, ricostruita in stile romanico tra il XII e il XIII secolo, colpisce per la sua sobria eleganza. La facciata a capanna è dominata da un portale romanico sormontato da una lunetta con un’iscrizione del 1190, che segna l’inizio dei lavori di rinnovamento. Sopra il portale, un grande rosone a doppio ordine di colonnine è incorniciato dai simboli dei quattro Evangelisti, mentre il campanile, aggiunto nel XVII secolo dall’architetto Giacomo Crescenzi, completa l’armonioso profilo dell’edificio.
All’interno, la navata unica con presbiterio rialzato è frutto di restauri novecenteschi che hanno riportato alla luce le forme originarie. Tra le opere d’arte spiccano il Crocifisso ligneo di Nicola da Siena (XV secolo) e il monumento sepolcrale di Sant’Eutizio, attribuito a Rocco di Tommaso (1514), un capolavoro della scultura rinascimentale. Di notevole pregio è anche il coro ligneo cinquecentesco, realizzato dalla bottega dei Seneca di Piedivalle, che testimonia la ricchezza artistica del luogo. La cripta, accessibile dal presbiterio, custodisce due colonne del XIV secolo, ulteriori frammenti di un passato glorioso.
Un santuario per la cura dell’emicrania
Questo luogo sacro è avvolto da una fama miracolosa: l’abbazia, infatti, è nota per i prodigi attribuiti alla figura del suo santo fondatore, la cui tomba è custodita all’interno dell’edificio. Si narra che il santo potesse guarire le emicranie, motivo per cui i malati si recavano al suo sepolcro in cerca di sollievo. Una volta lì, svolgevano un curioso rituale: indossando un elmo di ferro, che si dice appartenesse al santo, passavano sotto la sua tomba e miracolosamente guarivano dalla malattia.
Un centro di cultura e medicina
L’Abbazia di Sant’Eutizio non fu solo un centro spirituale, ma anche un polo di produzione e diffusione del sapere. La sua biblioteca, attiva già dal X secolo, ospitava manoscritti di grande valore, tra cui una delle più antiche testimonianze scritte in volgare italiano: la formula di confessione del 1095. Parte di questo patrimonio librario fu trasferito nel 1605 alla Biblioteca Vallicelliana di Roma dall’abate Crescenzi.
Tra il X e il XIII secolo, l’abbazia consolidò il suo potere economico e territoriale, fondando la Scuola Chirurgica Preciana. I monaci, esperti nella coltivazione di piante officinali e nella pratica medica, svilupparono tecniche chirurgiche all’avanguardia per l’epoca. Tuttavia, con il Concilio Lateranense IV del 1215, che proibì al clero di esercitare la chirurgia, i monaci trasmisero il loro sapere agli abitanti di Preci, dando vita a una tradizione chirurgica laica che raggiunse il suo apice nel XVI secolo. I chirurghi preciani, rinomati per le operazioni di cataratta e il trattamento delle ernie, furono richiesti nelle principali città italiane e nelle corti europee.
Visitare l'Abbazia
Nonostante i danni causati dai terremoti degli ultimi decenni (sono in corso lavori di restauro(, l’Abbazia di Sant’Eutizio conserva intatto il suo fascino storico e culturale. Molti degli strumenti chirurgici utilizzati dalla Scuola Chirurgica Preciana sono oggi esposti nel Museo della Scuola Chirurgica di Preci, allestito nella chiesa di Santa Caterina. Recenti interventi di consolidamento hanno portato alla luce murature originali risalenti alla fine del VI secolo, arricchendo ulteriormente il patrimonio archeologico del sito.
Il museo dell’Abbazia ospita anche una ricca collezione di opere d’arte e oggetti liturgici, tra cui sculture lignee, dipinti e raffinati manufatti di oreficeria. Il complesso è un punto di partenza ideale per esplorare la Valnerina e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con una rete di sentieri escursionistici che si snodano tra boschi, prati e vallate.
Come arrivare e cosa vedere nei dintorni
L’Abbazia di Sant’Eutizio si trova a circa 5 km da Preci e a 40 km da Norcia, raggiungibile in auto lungo la SP476, un percorso che attraversa un paesaggio montano caratterizzato da faggete e prati d’alta quota. Nei dintorni, meritano una visita Norcia, con la sua ricca tradizione gastronomica, Visso e Castelluccio di Norcia, famoso per la spettacolare fioritura delle lenticchie tra maggio e luglio.
Al momento l'interno dell'Abbazia non è visitabile