La Via Crucis più lunga d’Europa

La Via Crucis più lunga d’Europa

Il 18 agosto si svolge la sua tredicesima edizione della Via Crucis più lunga d’Europa, dedicata a San Facondino, vescovo-eremita dell’antica diocesi di Tadino. 

Non si tratta di una semplice “passeggiata” su sentieri montani, in mezzo ai profumi dei boschi e a meravigliosi panorami. La via Crucis, infatti, segue l’antico sentiero detto “la via dei Santi” che portava gli antichi eremiti altomedievali dalla valle fino alla cima del monte Serrasanta, dove si trova l’eremo, oggi splendidamente ristrutturato, che ospitò anche san Francesco. 
La tradizione vuole che San Facondino fosse eletto vescovo nel 607 da Gregorio Magno, quindi, nel 2007, in occasione dei festeggiamenti per il XIV centenario dell’evento, un gruppo di fedeli intraprendenti della parrocchia di San Facondino, che si trova nella periferia settentrionale di

umbriatourism.it/-/gualdo-tadino" target="_blank"> Gualdo Tadino, rimisero in ordine il sentiero, lo ripulirono dalle erbacce e misero in opera 14 stazioni in legno, ceramica e alluminio lungo tutto il percorso. 
L’ascesa è lunga quasi 7 km, dai 479 m s.l.m. del sagrato della chiesa di San Facondino fino ai 1348 m dell’ eremo del Serrasanta, cosa che rende la via crucis di San Facondino la più lunga e con maggiore dislivello (quasi 900 metri fra la partenza e l’arrivo) del nostro continente.
L’appuntamento quest’anno è per il 18 agosto, una settimana prima della festa di San Facondino (che cade il 25 agosto). Si parte alle ore 7.15 dal sagrato della pieve di San Facondino con arrivo previsto per le 11.00, quando il parroco di San Facondino, don Michele Zullato, celebrerà la messa domenicale all’interno della cappella dell’eremo del Serrasanta. 
Il percorso, per quanto faticoso in alcuni tratti, è adatto a tutti, anche perché il ritmo è “da passeggiata” e ci sono, oltre che soste ad ogni stazione della via crucis per una riflessione sul senso del percorso, anche rifornimenti di cibo e bevande e il supporto continuo di un mezzo di soccorso. 
Partecipare alla via Crucis, oltre che rendere omaggio a un santo fondamentale per la storia del territorio gualdese, è un modo per rivivere l’antico spirito degli eremiti che raggiungevano l’ascesi anche grazie all’attività fisica in un ambiente in gran parte ancora selvaggio e incontaminato, godendo di incredibili panorami e rinfrescandosi all’ombra dei fitti boschi che si diradano lentamente salendo di quota.

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