Almanacco Barbanera
Le stelle, il sol ed ogni sfera
Col suo compasso Barba-Nera,
Va misurando per scoprire
Tutto quel che ha da venire!
Non solo un calendario, ma un pezzo di storia italiana. È la voce di un passato che parla al presente, un mix di scienza, tradizione e folklore che continua a incantare chi lo sfoglia.
Il Barbanera non è solo un almanacco: è un’eredità culturale che continua a vivere, pagina dopo pagina, anno dopo anno dal 1762, inserito nel Registro della Memoria del Mondo dell’UNESCO nel 2015.
Il Barbanera, un’icona della cultura popolare italiana
Se c’è un nome che evoca tradizione, saggezza contadina e un pizzico di magia, quello è Barbanera. Il celebre quanto longevo almanacco, nato a metà del Settecento a Foligno, è molto più di un semplice calendario: è un vero e proprio simbolo della cultura popolare italiana.
Tra le sue pagine non si dispensano solo previsioni meteorologiche, ma anche suggerimenti pratici per l’agricoltura, la cucina, la salute e persino la vita sentimentale.
Nei suoi oltre due secoli di storia, l’almanacco è diventato un compagno fedele per generazioni di italiani. È stato un punto di riferimento per molti agricoltori, che ne seguivano i consigli per pianificare il lavoro nei campi, continuando ad essere pubblicato persino durante le Due Guerre Mondiali, tanto da trasformarsi anche in un simbolo di resistenza e speranza.
Leggendarie origini di un’istituzione
Il nome "Barbanera" deve il suo nome a una figura enigmatica che, secondo la tradizione, visse realmente a Foligno. Inizialmente monaco, avrebbe poi abbandonato la vita conventuale per dedicarsi allo studio del cielo, osservando i movimenti astrali e traducendoli in previsioni e consigli pratici. Dopo anni di osservazioni, decise di raccogliere il frutto delle sue conoscenze in forma scritta, dando origine a un almanacco destinato a lasciare il segno.
Le cronache riportano che il 15 settembre 1761, al mercato di Foligno, un venditore ambulante fece la sua comparsa tra la folla, offrendo con voce squillante la sua merce: “Barbanera! Barbanera di Foligno! Santi, fiere, tempo e lune. E per tutti, il Discorso generale del famoso Barbanera, per l'anno 1762”. Fu così che a Foligno, città già nota per la sua tradizione tipografica, nella stamperia di Pompeo Campana, nacque la prima edizione di quello che sarebbe diventato il Lunario italiano per eccellenza.
Era l’inizio di un’epoca: da quel momento, l’Almanacco Barbanera sarebbe diventato un punto di riferimento per generazioni, mescolando sapienza popolare, astrologia e consigli pratici per la vita quotidiana.
E del suo aspetto? Oltre a possedere una maestosa quanto sua celebre barba nera, non si hanno che pochi indizi, per lo più provenienti da minute incisioni che lo raffigurano intento al suo lavoro di astronomo, astrologo e filosofo, insieme a strumenti per la misurazione del cielo.
Un tesoro di saggezza popolare
Ogni anno, il Barbanera viene pubblicato come una guida al ritmo della natura, intrecciando tradizione e pratiche agricole. Tra le sezioni principali spiccano le previsioni meteorologiche, elaborate sulla base di osservazioni astronomiche e saperi popolari, che aiutano a comprendere l’influenza di una stagione su quella successiva.
Ampio spazio è dedicato ai consigli per il mondo agricolo: il calendario lunare, ad esempio, offre indicazioni preziose per semine, raccolti, potature e innesti. Secondo la tradizione, la luna crescente favorisce la crescita di fiori, ortaggi e alberi da frutto, mentre quella calante è più adatta per piante che sviluppano radici profonde, come bulbi e tuberi. La luna nuova è il momento ideale per la potatura, mentre con la luna piena si ottiene il massimo delle proprietà benefiche da erbe medicinali e aromatiche.
Non mancano poi curiosità e proverbi tramandati nei secoli, che rendono l’almanacco un compendio di saggezza contadina. A completare il quadro, una selezione di ricette e rimedi naturali, molti dei quali basati sull’uso di erbe spontanee, ingredienti alla base di alcune delle più celebri preparazioni della tradizione regionale.
L’UNESCO e il riconoscimento mondiale
Nel 2015, l’UNESCO ha deciso di includere il Barbanera nel Registro della Memoria del Mondo, un prestigioso riconoscimento che celebra il suo valore come patrimonio culturale immateriale. Questo non solo per la sua longevità, ma anche per il ruolo che ha svolto nel preservare e diffondere conoscenze tradizionali, diventando un ponte tra passato e presente.
Curiosità
Nel corso dei secoli numerosi personaggi illustri hanno dimostrato un forte apprezzamento nei confronti del Barbanera.
L’almanacco riuscì ad affascinare famose personalità, dal celebre architetto Giuseppe Piermarini, progettista del Teatro alla Scala di Milano, ai più importanti scrittori italiani come Luigi Pirandello, Eugenio Montale, Umberto Eco e Oriana Fallaci.
Meyer von Waldech, in un saggio del 1883, sostenne che una strega del Faust di Goethe, sia inspirata dalle canzonette cabalistiche dell’Almanacco.
Fu in particolare D’Annunzio a dimostrare un profondo apprezzamento per il Lunario umbro: in una lettera al parroco dichiarò di non volere al suo capezzale né Dante, né Iliade né Odissea, ma solamente il suo amato Barbanera, la cui copie furono così care al poeta che la sua collezione personale è ancora oggi conservata nel Vittoriale sul Garda.
Dove trovare il Barbanera
Il Barbanera, con le sue 2 milioni e mezzo di copie, è ancora oggi stampato a Foligno, mantenendo viva una tradizione che dura da oltre 250 anni.
L’almanacco è disponibile in edicole e librerie di tutta Italia, ma per un’esperienza autentica, visitate Foligno, la città che gli ha dato i natali. Qui, è possibile scoprire di più sulla sua storia al Museo della Stampa dove, a partire proprio dal “Discorso generale del famoso Barbanera per l’anno 1762”, sono esposte alcune delle edizioni più antiche.
A Spello, presso la Fondazione Barbanera 1762, è inoltre conservata una collezione che comprende, tra almanacchi a libretto e lunari da parete, ben 356 edizioni pubblicate dal 1762 al 1962.