Erbe Campagnole
Cosa si può trovare tra i campi verdi e le colline dell'Umbria? Ti presentiamo quattro erbe campagnole con proprietà benefiche e sapori genuini, pronte per essere degustate nelle ricette locali.
Rapunzolo

Iniziamo con il Rapunzolo (Campanula rapunculus), noto anche come Raperonzolo o Raponzolo. Fa parte della famiglia delle Campanulaceae, il cui nome deriva dalla forma a campanella dei suoi fiori blu o lilla. Solitamente i semi germogliano all'inizio dell'autunno, e la pianta può resistere a inverni molto freddi, anche fino a -13 °C. Il Rapunzolo cresce spesso negli oliveti fino a un'altitudine di 1200 metri, ma è possibile coltivarlo anche nel proprio orto, purché si prepari un terreno fresco, fertile e non troppo esposto al sole. Grazie ai suoi componenti, come sali minerali, vitamina C e proteine, ha proprietà antisettiche e rinfrescanti. Le radici sono particolarmente ricche di inulina, che aiuta a regolare il livello di zucchero nel sangue e migliora il metabolismo dei lipidi.
Vuoi assaggiarlo crudo? Provalo con la sua gustosa radice da solo o nella Misticanza:
- Preparazione: 10 minuti
- Difficoltà: Facilissima
- Porzioni Dosi per 4 persone
Ingredienti:
- 500 g di erbe campagnole tra cui: Ginestrella, Caccialepri, Crespigni, Pimpinellone e Pimpinella
- Olio extravergine di oliva
- Sale q.b
- Aceto di vino
La preparazione della ricetta è molto semplice. Lavate bene le verdure ed eliminate l’acqua eccedente. Ponete il tutto in un recipiente e condite con olio, sale e aceto. Ora basta solo “misticare” ovvero mescolare le verdure condite con due mani. Il piatto è pronto da servire in tavola.
Nella ricetta del Crostone al Rapunzolo viene invece prima sbollentato e ripassato in padella:
- Cottura 30 minuti circa
- Difficoltà Facile
- Porzioni Dosi per 4 persone
Ingredienti:
- 300 g di Raponzoli
- 100 g di formaggio tipo caciotta (semiduro)
- Olio Extra vergine di oliva q.b.
- Burro q.b.
- Sale q.b.
- Pane
Sbollentate i raponzoli in acqua salata per circa 15 minuti. Una volta pronti scolateli, strizzateli e tagliateli grossolanamente. In un tegame mettete a scaldare olio e burro e aggiungete i raponzoli. Spolverate il tutto con del formaggio tipo caciotta e lasciate sciogliere appena. Abbrustolite le fette di pane e ponetevi sopra le erbe cotte ed insaporite. I Crostoni sono pronti da servire in tavola.
Cicoria

La nostra esplorazione continua con la Cicoria (Cichorium intybus), un'erba campagnola facilmente riconoscibile grazie ai suoi fiori azzurri che sbocciano dall'estate fino a fine ottobre. Questa pianta è come un orologio naturale per i pastori: quando i suoi fiori iniziano a chiudersi nel pomeriggio è tempo di mungere gli animali al pascolo. La cicoria cresce in bassa montagna e si adatta a vari tipi di ambiente, dai margini dei sentieri alle zone ruderali, dai prati alle aree urbane. Questa erba è stata utilizzata a scopi medicinali per migliaia di anni, come dimostrato dal papiro egizio Ebers, risalente a quasi quattromila anni fa. Anche i Greci e i Romani conoscevano le sue proprietà terapeutiche, come Galeno, che la considerava benefica per il fegato, e Plinio, che ne elogiava le proprietà rinfrescanti. Oggi, grazie alla presenza di sali minerali, inulina e vitamine A, B e C, sappiamo che la cicoria stimola l'appetito, regola la funzione intestinale e ha un effetto disintossicante per il corpo, specialmente per il fegato e i reni.
C’è chi dice che ripassata in padella sia il modo migliore per mangiarla. Alcuni addirittura che debba essere l’unico. Opinioni. A Spello, ad esempio, la preparano con le patate, in questa interessante ricetta, la Cicoria alla Spellana:
- Preparazione e cottura: 1 ora circa
- Difficoltà: Facile
- Porzioni: Dosi per 4 persone
Ingredienti:
- 500 g di patate
- 100 g di Cicoria
- 100 g di pancetta
- Sale q.b.
- Olio q.b.
- Pepe q.b.
Lessate le patate in acqua bollente precedentemente salata per circa 30/50 minuti, dipende dalla loro grandezza. Per verificare la cottura potete utilizzare uno spiedo di legno lungo o i rebbi della forchetta. Una volta cotte, pelatele e spezzatele grossolanamente, irrorandole, quando sono ancora calde, con l’olio. Nel frattempo bollite in acqua calda salata la cicoria precedentemente lavata. Ponete in una padella con un filo d’olio la pancetta precedentemente tagliata a cubetti, lasciate rosolare per qualche minuto e aggiungete la cicoria e le patate. Servite su un piatto insaporendo il tutto con il liquido di cottura della pancetta e con una abbondante spolverata di pepe.
Tarassaco

Con i suoi fiori di un intenso colore giallo, il Tarassaco (Taraxacum officinale), chiamato anche volgarmente dente di leone o soffione, è noto per la sua caratteristica forma a sfera bianca alla fine dell'infiorescenza, pronta per essere soffiata sia dai grandi che dai piccoli. Questa pianta erbacea perenne è conosciuta per le sue proprietà medicinali sin dall'antichità; il nome in greco, "taraxakos", significa proprio "io guarisco". Il Tarassaco è ricco di proteine, vitamine, carboidrati e sali minerali, e tra le sue molte proprietà curative spicca quella diuretica, grazie all'elevato contenuto di potassio nelle radici e nelle foglie, che aiuta a combattere la ritenzione idrica.
Inoltre, grazie alla presenza di taraxacina, questa erba facilita e migliora la digestione.
Vi proponiamo di gustare i suoi boccioli sott’olio, realizzando questa ricetta, il Tarassaco sott’olio:
- Cottura: 10 circa
- Difficoltà: Facile
- Porzioni: Dosi per 4 persone
Ingredienti:
- 500 g boccioli di Tarassaco
- ½ l di aceto
- 2 bicchieri di vino bianco secco
- 2 cucchiai di sale grosso
Raccogliete i boccioli di tarassaco, preferibilmente teneri e sani. Eliminate le foglioline del collare e lavateli delicatamente. Mettete a bollire in una pentola ½ l di aceto con 2 bicchieri di vino bianco secco e 2 cucchiai di sale grosso. Una volta che l’acqua bolle, buttate i boccioli di Tarassaco in pentola e lasciateli bollire per 5 minuti. Raccogliete con il mestolo forato, sgocciolateli dal liquido di cottura ed adagiateli su di un panno per asciugarli. Trascorso un giorno metteteli in piccoli vasetti e ricopriteli completamente con olio di oliva. Per la corretta conservazione si raccomanda di far uscire tutta l’aria e controllate che siano sempre coperti di olio.
Crispigno

Morbido e spugnoso, il Crispigno (Sonchus asper) predilige terreni fertili e freschi e non si adatta bene a quelli sabbiosi. Cresce in prossimità di terreni ruderali, negli oliveti, nelle vigne, lungo i cigli delle strade e anche in aree urbane, come marciapiedi e vecchi muri. Affine al tarassaco, il Crispigno, chiamato anche Crespigno, veniva utilizzato nei monasteri proprio per le sue proprietà depurative e diuretiche ed è particolarmente apprezzato per il suo effetto benefico sulla pelle del viso. Inoltre, si attribuiscono a questa pianta proprietà antinfiammatorie, tonificanti e antifebbrili.
Noi ve la proponiamo nella ricetta di Purea di fave secche con crespigni:
- Cottura: 2 ora circa
- Difficoltà: Media
- Porzioni: Dosi per 4 persone
Ingredienti:
- 500 g fave secche
- 500 g crespigni
- 100 g cicoria selvatica o tarassaco
- 1 cipolla
- 1spicchio di aglio
- 1 carota gialla
- 1 costa di sedano
- 2/3 patate
- Sale q.b.
- Peperoncino q.b.
- Olio q.b.
Pelate le patate, tagliatela grossolanamente e lessatele in acqua bollente per circa 20 minuti. Nel frattempo pulite bene i crespigni e la cicoria selvatica da eventuali residui e mettetele a bollire per circa 15 minuti fino a quando le costine saranno morbide. Conservate l’acqua di cottura per utilizzarla come brodo vegetale per cuocere le fave secche.
In una padella con un filo d’olio fate soffriggere la cipolla, la carota e il sedano tritati grossolanamente con lo spicchio di aglio e il peperoncino.
Aggiungete le fave secche che avrete tenuto a bagno per tutta la notte e fatele cuocere per circa 2 ore a fuoco lento aggiungendo l’acqua di cottura delle verdure. Aggiungete le patate lessate e lasciatele insaporire per qualche minuto.
Trasferite il composto in un mixer e aggiungete olio a crudo. Ponete la purea ottenuta in un piatto adagiando sopra le verdure precedentemente lessate e condite con olio a crudo. Per renderla croccante potete arricchire il piatto con delle fette di pane tostato.
Se siete interessati a conoscerne altre o ad imparare a cercarle, a saperle riconoscere correttamente – cosa molto importante, e capire come raccoglierle, visitate il sito dell’Accademia delle erbe campagnole spontanee o seguite la loro pagina Facebook.