The Temple of Clitunno standing above and behind an ivy-covered building next to a canal

Tempietto del Clitunno - Campello sul Clitunno

Il Tempietto del Clitunno è un piccolo edificio sacro intitolato a san Salvatore che sorge nel comune di Campello sul Clitunno, nella frazione di Pissignano, nei pressi delle celebri Fonti del Clitunno.

Adagiato su uno sperone roccioso, nascosto tra alti cipressi e affacciato sulle acque limpide del fiume Clitunno, il tempietto è immerso in un suggestivo paesaggio naturale. Un luogo in grado di conquistare da sempre viaggiatori, artisti e studiosi. Già Plinio il Giovane descriveva le sorgenti del Clitunno come un luogo “coperto da antichi e ombrosi cipressi, ai cui piedi scaturisce una fonte che forma un laghetto”, evocando un’atmosfera che sembra sopravvivere intatta nei secoli.

Nel corso del tempo, l’eleganza classica del Tempietto ha colpito l’immaginazione di poeti, pittori e architetti: romantici viaggiatori lo hanno ritratto nei loro taccuini e descritto nei diari di viaggio e, durante il Rinascimento, ha saputi ispirare artisti come Francesco di Giorgio Martini, Benozzo Gozzoli, Palladio e Vanvitelli. La sua bellezza è stata celebrata anche da Lord Byron, nella sua opera Childe Harold’s Pilgrimage.

Il gioiello longobardo riconosciuto dall’UNESCO

Il Tempietto del Clitunno, considerato uno dei più importanti monumenti altomedievali dell’Umbria, è inserito tra i sette siti italiani della civiltà longobarda riconosciuti nel 2011 come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, all’interno del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”.

Insieme all’altro monumento umbro, la Basilica di San Salvatore a Spoleto, il Tempietto è considerato una delle più alte espressioni artistiche del popolo longobardo, testimonianza del dialogo culturale tra mondo classico e cristiano durante l’Alto Medioevo.

Un’apparenza che inganna

Il suo aspetto architettonico è tra i più affascinanti e ingannevoli dell’Umbria: pur essendo nato come edificio cristiano, richiama fortemente la forma di un tempio romano. Una caratteristica in grado di trarre in inganno molti studiosi che, nel corso dei secoli, lo hanno interpretato come un antico santuario trasformato in un edificio di cristiano.

Oggi la maggior parte degli studiosi concorda sull’origine cristiana dell’edificio – per alcuni da collocare tra fine del IV secolo o agli inizi del V, dunque di poco successiva alla Basilica di San Salvatore, per altri tra VII e VIII secolo, durante il dominio dei Duchi Longobardi – con un sapiente reimpiego di elementi architettonici di spoglio e decorazioni che imitano il linguaggio architettonico classico.

Architettura, tra reimpiego e simbolismo

L’edificio, costruito sopra un basamento con una camera accessibile frontalmente, ha la forma di un piccolo tempio “in antis” tetrastilo. La facciata mostra quattro colonne corinzie, due addossate ai pilastri angolari e due fogliate al centro, che sorreggono una trabeazione dove corre l’iscrizione che dedica la chiesa al “Dio degli angeli”. Il sovrastante timpano triangolare mostra una raffinata decorazione a bassorilievo, ripetuta anche nel timpano posteriore, con volute di viticci e grappoli d’uva che incorniciano una croce latina.

Nelle murature si possono notare blocchi irregolari e materiali di spoglio di età romana, forse provenienti dall’antico santuario che sorgeva in questa zona, menzionato da Plinio il Giovane,dedicato al dio Clitunno.

Gli affreschi più antichi dell’Umbria

Al tempietto, posto su un alto podio, si accedeva per mezzo delle due scalette laterali con protiri, piccoli portici a cuspide che proteggevano gli ingressi, un tempo preceduti da un portico con le iscrizioni dedicatorie al Dio dei Profeti e al Dio degli Apostoli.

Un piccolo pronao introduce nella cella, coperta da una volta a botte e illuminata da due coppie di finestre.

Sulla parete di fondo si apre l’abside, che presenta un timpano triangolare in cui si inserisce un arco, con al centro una piccola edicola-tabernacolo che reimpiega elementi scultorei del I secolo d.C.

La parete di fondo è decorata con alcuni affreschi databili al VII-VIII secolo, ritenuti i più antichi dell’Umbria:

  • Angeli con al centro croce gemmata nella parete di fondo
  • Cristo Benedicente nella calotta absidale
  • San Pietro e San Paolo ai lati dell’edicola

Per informazioni su orari di apertura e costi di ingresso, visitare il sito del MIC.

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