Banchetti e cortei verso l’eternità: le decorazioni pittoriche della tomba
La famiglia Hescanas commissionò la realizzazione di una ricca decorazione pittorica all’interno della tomba, che raffigura il banchetto funebre celebrato in onore del defunto.
Tutte le pareti della tomba erano decorate da un fregio pittorico, delimitato in basso da un motivo a onde. Di queste pitture, oggi in parte rovinate dal tempo, fu ingegnosamente realizzata una copia un decennio dopo la loro scoperta: oggi è conservata a Porano presso il CEA - Centro Visite PAAO, ospitato nell’ex limonaia di Villa Paolina, che permette di ricostruire l’originale decorazione pittorica.
Le pitture della parte destra: il viaggio dell’anima
La scena riprodotta sulla parete a destra dell’ingresso,con la rappresentazione del defunto su una biga trainata cavalli rossi che si dirige verso l’oltretomba, anticipa la decorazione sulla parete destra, la meglio conservata dell’intera tomba,con dodici figure distribuite in quattro gruppi:
- Primo gruppo: un giovane, raffigurato nell’atto di scrivere con uno stilo, è rivolto verso una figura alata, forse un genio femminile con funzione di guida verso l’oltretomba.
- Secondo gruppo: quattro figure con al centro due giovani uomini mentre si abbracciano: si tratta forse di due fratelli che si danno l’ultimo saluto, oppure di due anime che si ritrovano nell’aldilà. Sopra le loro teste era possibile leggere i nomi Vel e Laris e la parola “zil”, che fa riferimento al termine “zilath”, importante carica della magistratura etrusca. Al loro fianco sono rappresentate due fanciulle, forse geni femminili dell’aldilà privi di ali. Una delle due è la figura meglio rappresentata della tomba: colpisce il vezzoso gesto di sollevare l’angolo della veste gialla bordata di rosso mentre si dirige frettolosa verso i due giovani al centro.
- Terzo gruppo: tre uomini rappresentati con vesti disadorne e i piedi scalzi, forse di condizione servile. Due suonano un corno circolare e un lituo, mentre il terzo, che impugna due bastoni e un caduceo, rappresenta probabilmente colui che dirige il corteo funebre.
- Quarto gruppo:due donne e un giovane. La prima figura femminile, riccamente abbigliata con indosso dei gioielli, è seguita da una matrona di alta statura e di nobile aspetto, con il capo velato, probabilmente una defunta della famiglia, mentre i due giovani sono forse suoi cari.
La parete di fondo
Pur mancando quasi interamente la parte centrale, nella parete di fondo si scorgono:
- Un giovane appoggiato a un lungo bastone, preceduto da un genio alato femminile che tiene nella sinistra un volume in parte srotolato,simbolo della vita nell’iconografia etrusca.
- Un uomo, mancante del busto, appoggiato probabilmente a un’ara coperta una pelle di capra o di pecora, della quale resta solo una zampa. Alla sua destra si intravede una figura femminile mutila.
- Un altro genio alato femminile, con una patera in una mano e un unguentario (alabastron) nell’altra.
- Infine, un giovane con un boccale in mano, identificato con l’iscrizione in alto: Etenace Hescanas.
Le decorazioni della parte sinistra: il banchetto funebre
La parete sinistra, purtroppo molto danneggiata,conserva tracce di triclini, che suggeriscono si tratti del banchetto in onore del defunto.
Questo tema trova compimento nella parete a sinistra dell’ingresso, dove è raffigurato un tavolo sorretta da tre gambe equine, sul quale sono disposti quattro vasi per liquidi e un vaso per attingerli e, ai suoi piedi, tre grandi olle.
Chiude la scena un giovane poggiato su un bastone, con l’iscrizione sopra la testa con il suo nome: Tetinate Hescanas.
Curiosità
La tomba degli Hescanas, insieme alle numerose necropoli e tombe disseminate nei dintorni di Orvieto, riflette la volontà del nuovo ceto sociale di tipo aristocratico, che dall’inizio del IV secolo a.C. comincia a prediligere aree più distanti dall’insediamento urbano come luogo di sepoltura.
Contemporaneamente cessano di essere frequentate dalle famiglie più eminenti le grandi necropoli urbane poste ad anello sulla rupe tufacea di Orvieto, come quella della Cannicella o quella del Crocefisso del Tufo.