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The natural water sources in Umbria
Lakes, rivers and waterfalls

The natural water sources in Umbria

Natural water sources and springs in Umbria: a land giving life through its precious waters.

Fourteen sources of thermal waters, seventeen sources of mineral waters, seven rivers, six lakes, nine waterfalls, rapids and gorges. These are the numbers in Umbria, a region rich of natural sources that contributed to nourish its green and uncontaminated nature. Beyond the possibility of tasting the excellent mineral waters with different properties, the abundance of natural water will give you the possibility of taking on water sports such as rafting, paddle-boardng, kitesurfing and windsurfing in the places dedicated to these activities.

You must be aware that the waters of some Umbrian sources are bottled, other ones boast thermal features encompassing healthy properties, whilst some natural sources are linked to some legends.

 

Bottled waters

Most of mineral water springs low in mineral content are located in the carbonic aquifers of the Dorsal Apennine, in the districts of Scheggia-Pascelupo, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Foligno, Sellano, Cerreto di Spoleto and Gubbio.

Next to the carbonic massifs of the Martani Mountains, beyond the other soft water sources such as the Amerino, Fabia and Aura Source, we find the sparkling natural as well as the medium-mineral waters in the districts of Massa Martana (San Faustino), San Gemini (Sangemini) and Acquasparta (Grazia, sources of Acquasparta).

The round of Umbria's low-mineral water is completed by the Tione Source located in the volcanic complexes of the Orvieto district.

 

Thermal waters

Umbria can also boast a heritage of waters recognized usable for thermal purposes. The waters Sangemini, Fabia, Amerino, Sanfaustino and Angelica, beyond being bottled, are also used for hydroponic cures in seasonal thermal buildings open in the summer period. The thermal baths of Fontecchio in Città di Castello and the thermal baths of Terme S. Felice (better known with the name of Franciscan thermal baths) in Spello represent instead two places where it's possible to carry out inhalation therapies, muds and baths. The balneotherapy is also recognized for the water Fontessera of Umbertide, used at the Villa Valentina in Umbertide.

The Ancient Baths of Triponzo, in Cerreto di Spoleto, are now open again after more than 30 years. This is the unique thermal establishment in Umbria supplied with sulphurous water rich of calcium that, regardless of the season, maintains a constant temperature of 30 degrees centigrade, with considerable features and therapeutic qualities.

18 sources of sulphurous thermal water, emerald green in colour, flow out out of the green Umbrian woods.

Other sources of mineral water with thermal purposes, not currently used, are:

 

Natural sources and legends

Bevagna, Aiso source: the spring is over 15 meters deep, but with a surface of just 500 square meters. A legend, known since the 17th century, links the lake to the disappearance of the ungrateful farmer Chiarò who was punished for having worked in the fields on the Saint Anna festival day and had been sunk with all his house.

Sellano, Forfi: a cavern exists where water, dripping from the walls, creates small natural pools to which are attributed regenerative powers.

On Subasio mountain there are about 88 springs, amongst which the one called the Prison Moat seems to be an indicator of the arrival of some misfortune. The source has indeed an intermittent character, flowing every twenty/thirty years; each time it starts again, negative facts or calamities occur. Simple coincidences?

Clitunno Springs: Pliny the Younger wrote of these springs, saying: "Have you ever seen the Clitunno springs? If not yet, and I don't think so, otherwise you would have told me, go and see them. I have seen them recently and I regret I did it too late". They said that Clitunno waters conferred a further brightness to the white coat of the oxen that used to drink and immerse themselves here.

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Tappa 1
Scheggia-Pascelupo

L'importanza militare ed economica dovuta alla sua posizione fu all'origine del suo sviluppo, ma anche causa, dopo la caduta dell'Impero Romano, di violenti scontri tra Goti e Bizantini (VI secolo) e di successive contese tra Gubbio, Perugia, i Montefeltro e la Chiesa. Quest’ultima, dal XV secolo, mantenne la propria giurisdizione sul territorio fino all'Unità d'Italia. La riunione in un solo centro amministrativo dei due comuni, Scheggia e Pascelupo, avvenne nel 1870 allo scopo di ottimizzare risorse e strutture. Il nome più antico di Scheggia è Ad Hensem, legato alle vicende della Via Flaminia, lungo la quale sarebbe sorto un Tempio Romano dedicato a Giove Pennino. Da menzionare il Ponte a Botte, costruito sul torrente La Foce, lungo la Via Flaminia in direzione di Cantiano (chiamato così per la sua struttura a forma di Botte perfettamente circolare di 22 metri di diametro, detto anche Botte d'Italia).

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Tappa 2
Gualdo Tadino

Di antiche origini, sotto Roma fu prefettura, colonia e municipio. La città conserva monumenti e collezioni di pregio. Sulla sommità del colle spicca la Rocca Flea, superbo esempio di architettura militare originariamente del XII secolo, ricostruita da Federico II nel 1247 e recentemente restaurata. All'interno si trova il Museo Civico con il grande polittico di Niccolò di Liberatore detto l'Alunno (1471), sculture, ceramiche antiche e reperti archeologici. Da Gualdo Tadino si può partire alla scoperta del territorio, ricco di un importante patrimonio storico, artistico e devozionale testimoniato da numerosi esempi di chiese e castelli. Tra questi: la chiesa di San Facondino, intitolata al vescovo di cui conserva le spoglie, è tra le più antiche del territorio e oggi si presenta sovrastata dal possente campanile ricavato da un'antica torre, la chiesa di San Giovanni Battista a Grello con affreschi di Matteo da Gualdo, la chiesa di Santa Maria del Soccorso a Rigali e i resti dell'antico Castello di Poggio Sant'Ercolano. Nel vicino borgo fortificato di Pieve di Compresseto, nella chiesa romanica di Santa Maria, si conservano una serie di affreschi, alcuni dei quali riconducibili alla scuola di Matteo da Gualdo. Del Castello di San Pellegrino, posto a controllo della via Flaminia e della strada per Gubbio, resta solo la possente torre, a Caprara, leggendario luogo di sepoltura del re goto Totila, nella chiesa Parrocchiale sono conservati affreschi di Matteo da Gualdo.

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Tappa 3
Nocera Umbra

Fondata dagli Umbri nel VI secolo a.C., la città fu conquistata dai Romani che nel 161 a.C. ne fecero un loro Municipio e un'importante stazione sulla via Flaminia. Con il suo aspetto arroccato, la città mostra segni evidenti del suo passato di struttura difensiva, a partire dalle possenti mura castellane di epoca medievale. Passata porta Vecchia si incontra la trecentesca Chiesa di San Francesco, sede della Pinacoteca e del Museo Civico, che conserva affreschi di Matteo da Gualdo, un Polittico dell'Alunno del 1483 ed opere di scuola umbra. Tra gli edifici di maggior pregio artistico il Duomo, antico edificio romanico del XII secolo. Completamente ricostruito nel 1448, conserva il bel pavimento maiolicato della sagrestia e la cappella decorata con tele del 1600 dell'artista Giulio Cesare Angeli. Accanto si trova il Campanaccio (Torre Civica), imponente torrione dell'XI secolo, unico resto dell'antica rocca. La misticità de luoghi è testimoniata dalla strada francescana: ogni anno, a settembre, durante la Cavalcata di Satriano, cavalieri in costume d'epoca ripercorrono l'ultimo viaggio di San Francesco del 1226 da Nocera Umbra ad Assisi. Nocera Umbra ha un'antica tradizione di stazione termale: a Bagni di Nocera sgorgano le acque della sorgente Angelica.

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Tappa 4
Foligno

La città della Quintana ha origini antiche, rintracciabili in eleganti architetture e preziosi dipinti. Non mancano curiosità storiche: qui fu stampata la prima edizione della Divina Commedia (1472). Terza città della regione per numero di abitanti dopo Perugia e Terni, situata nella parte centro-orientale dell'Umbria, Foligno si distende ai piedi dell'Appennino umbro-marchigiano, adagiata nella piana della confluenza dei fiumi Topino e Menotre. Il territorio comprende la bella pianura della Valle Umbra, con i dolci rilievi collinari e i contrafforti della dorsale appenninica. Agli Umbri, che fondarono Foligno, seguirono i Romani che ne fecero un loro Municipio e un'importante stazione della Via Flaminia. Distrutta successivamente da invasioni barbariche e riedificata, fu libero comune dall'XI secolo, ma intorno al 1310 passò sotto la signoria dei Trinci (dal 1336 vicari della Chiesa), e si sviluppò notevolmente. Con i Trinci estese il proprio dominio su molte città vicine (Assisi, Spello, Montefalco) e nel XV secolo entrò a far parte dello Stato Pontificio e, salvo la parentesi napoleonica, vi rimase fino al 1860. Il centro storico della città conserva edifici religiosi e palazzi signorili di assoluto pregio. In piazza della Repubblica, fulcro della vita sociale e civile già dal Medioevo, si affacciano: il palazzo Comunale, di facciata neoclassica; palazzo Trinci (1389-1407), oggi Museo della Città, che conserva splendidi affreschi quattrocenteschi, alcuni dei quali attribuiti a Gentile da Fabriano; il Duomo, dedicato al santo patrono Feliciano, con ricco portale scolpito dai maestri Rodolfo e Binello (1201); palazzo Orfini, dove nel 1472 venne stampata la prima edizione della Divina Commedia e il palazzo del Podestà, sede della magistratura comunale dagli inizi del XIII secolo.

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Tappa 5
Sellano

Fondata probabilmente dai Romani nell'84 d. C., nel Medioevo ebbe un'importante funzione strategica di controllo sulla valle del Vigi: per questo fu assoggettata ai Longobardi e compresa nel Ducato di Spoleto. Passata nel XIII secolo allo Stato Pontificio, nel XIV secolo divenne feudo dei Colligola, signori di Montesanto. Nel 1860 votò per l'annessione al Regno d'Italia. Nel centro storico spiccano importanti edifici artistici come il Palazzo Comunale, costruzione con caratteristiche cinquecentesche che conserva al suo interno affreschi del XVI secolo. La chiesa di San Francesco, detta Madonna della Croce, terminata nel 1538, è a pianta ottagonale. L'interno è diviso in tre navate, tutte le cappelle hanno altari cinquecenteschi in legno e in pietra. Da vedere la chiesa di Santa Maria, edificata nel XIII secolo e ricostruita nel XVI secolo, al cui interno si trovano numerose tele dei secoli XVI e XVII, un particolare pulpito in noce interamente intagliato e un trittico su fondo oro datato XV secolo. Custodisce le spoglie del Beato Jolo, eremita vissuto nel XIII-XIV secolo, oggi patrono di Sellano.

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Tappa 6
Cerreto di Spoleto

: È noto come il “paese dei Ciarlatani”: nel 1612 nel vocabolario della Crusca gli abitanti di questo borgo erano definiti "Coloro che per le piazze spacciano unguenti, o altre medicine, cavano i denti o fanno giochi di mano che oggi più comunemente dicesi Ciarlatani[…]”. Ma ritroverete tracce dell’antica storia di questo piccolo centro nelle sue numerose chiese e nelle notevoli raccolte documentali sulle tradizioni popolari e i mestieri di un tempo di Cerreto di Spoleto e dell'intera Valnerina. Per la sua posizione strategica fu, nel Medioevo, causa di aspre contese tra Spoleto e Norcia. La città visse gran parte delle sue vicende nell'orbita del Ducato di Spoleto, al quale subentrò lo Stato Pontificio fino alla nascita del Regno d'Italia. Nel centro storico, che conserva tratti di mura medioevali e la Torre civica, potrete ammirare interessanti edifici religiosi come l'ex monastero di San Giacomo, complesso fortificato fondato nel XIII secolo e splendidamente ristrutturato, al cui interno sono custoditi affreschi di scuola umbra realizzati tra il XIV e XVI secolo. L'ex monastero è attualmente sede dell'Archivio Storico Comunale e del Cedrav (Centro per la documentazione e la ricerca antropologica in Valnerina e nella dorsale appenninica umbra), che dispone di una ricca documentazione multimediale sulle tradizioni popolari e di una interessante raccolta di oggetti domestici e strumenti di lavoro di un tempo.

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Tappa 7
Gubbio

Antica città le cui origini risalgono al culmine della civiltà umbra, come testimoniano le Tavole Eugubine. I Romani la designarono con il nome di Iguvium e poi Eugubium. Gubbio è tra le più antiche città dell'Umbria, meravigliosamente conservata nei secoli e ricca di monumenti che testimoniano il suo glorioso passato. Architettonicamente rappresenta il capolavoro della civiltà medievale e della società due-trecentesca, articolata nelle corporazioni di arti e mestieri. Gubbio ospita capolavori architettonici che simboleggiano e richiamano la potenza di questa città-stato medievale.

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Tappa 8
Massa Martana

La storia di Massa Martana è legata, in epoca romana, alla costruzione della Via Flaminia, l'arteria che univa Roma al Mar Adriatico e all'Italia nord-orientale. Dopo la caduta dell'Impero Romano e le devastazioni delle invasioni barbariche, nel VII-VIII secolo fece parte del Ducato longobardo di Spoleto: a tale periodo risale l'origine della costruzione del Castello di Massa. A partire dall'anno Mille subì varie dominazioni di famiglie nobili locali, della Chiesa e della città di Todi. Nel 1565, con il pagamento a Todi di 23.000 scudi d'oro, riuscì ad ottenere l'indipendenza a lungo desiderata che, con la protezione del Collegio dei Cardinali, conservò fino alla creazione del Regno d'Italia. Il centro storico, arricchito da costruzioni architettoniche del XVI e XVIII secolo, è situato all'interno delle mura castellane. Ben conservata è la porta d'ingresso, decorata da pietre scolpite e dallo stemma della città. Notevoli la Chiesa di San Felice, dedicata al patrono della città, la Chiesa di San Sebastiano, con una preziosa tela del 1595 raffigurante una Madonna con Bambino coronata di angeli tra S. Felice e San Sebastiano, e il Palazzo Comunale del '500. Per ammirare le risorse ambientali del territorio si possono percorrere i sentieri del Martani Trekking, itinerari naturalistici attrezzati che si sviluppano nell'area dei Monti Martani, oppure concedersi un soggiorno nel centro termale di San Faustino, dalle quali sgorga un'acqua con ottime proprietà terapeutiche.

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Tappa 9
San Gemini

Tra "I Borghi più Belli d'Italia" per il suo ricco patrimonio storico e culturale, è particolarmente noto per le sue acque minerali, che devono le proprie proprietà curative all’ambiente naturale dei Monti Martani da cui hanno origine. Lungo l’antica via Flaminia, su cui sorge il borgo di San Gemini, si trova lo splendido Parco archeologico di Carsulae. Il borgo di San Gemini sorse in età medievale sul sito di una villa romana della seconda metà del I secolo a.C. I resti del complesso (visibili all'interno di un edificio in via del Tribunale) si trovano a breve distanza dall'antico percorso della via Flaminia, in posizione sopraelevata, e sono formati da diversi ambienti pavimentati con ricche decorazioni a mosaico. Il borgo assunse il nome di San Gemini nel IX secolo, quando un monaco di nome Gemine, proveniente dalla Siria, vi cominciò a predicare, istruendo e aiutando la comunità a tal punto da far prendere al borgo il nome di città di “Santo Gemine”. Il cuore cittadino medievale conserva monumenti di notevole valore storico e artistico, simboli del potere laico e religioso: la duecentesca chiesa di San Francesco, sulla omonima piazza, dedicata al Santo che più volte soggiornò in città; la chiesetta Priorale di San Carlo; la chiesa di San Giovanni Battista, ricostruita nel VI secolo in una caratteristica forma ottagonale per ricordare la sua iniziale funzione di battistero, che si presenta con una notevole facciata in stile romanico su cui è incisa la data di costruzione (1199); il palazzo del Capitano del Popolo o palazzo Vecchio, a ridosso del quale sorge la Torre Esperia, con la campana delle adunanze realizzata nel 1318 da Maestro Stefano da Orvieto.

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Tappa 10
Acquasparta

Centro di grande cultura, soprattutto sotto la signoria dei Cesi, raggiunse il suo apice con la fondazione nel 1603 dell’Accademia dei Lincei, la prima scuola scientifica in Europa; non a caso ospitò anche Galileo Galilei. Da non perdere gli splendidi itinerari di trekking sui Monti Martani. e il suo territorio era noto già in epoca romana come centro termale per le sue acque dalle proprietà curative, le prime notizie storiche sul castello di Acquasparta, sorto dopo la disgregazione dell'antica città romana di Carsulae, risalgono al 996 quando entrò a far parte delle Terre Arnolfe, feudo della famiglia Arnolfi. Dopo varie dominazioni, conobbe il periodo di massimo splendore sotto la signoria dei Cesi, grazie ai quali divenne centro di una fervente vita culturale che culminò con la fondazione dell'Accademia dei Lincei (1603), prima scuola scientifica europea. La famiglia Cesi governò la città fino all'estinzione del casato nel 1880, in coincidenza con la nascita dello Stato Italiano. Nel centro storico, l'edificio più rappresentativo è palazzo Cesi, una splendida architettura rinascimentale progettata dall'architetto Gian Domenico Bianchi, che fu sede della prestigiosa Accademia dei Lincei e dimora del duca Federico Cesi; nel 1624 ospitò per un breve periodo Galileo Galilei. All'interno potrete ammirare numerose sale affrescate dagli Zuccari e soffitti a cassettone scolpiti.

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Tappa 11
Orvieto

Le origini di Orvieto risalgono alla civiltà etrusca: i primi insediamenti del IX secolo a.C. si localizzarono all'interno delle grotte tufacee ricavate nel massiccio su cui sorge attualmente la città. La città dispone di un patrimonio artistico e culturale tra i più ricchi dell'Umbria. Il Duomo è tra le più maestose realizzazioni dell'architettura italiana. La sua imponente facciata gotica, con mosaici e bassorilievi, domina l'intero borgo. Pur restando ignoto l'autore del progetto originale si sa per certo che dal 1310 la direzione dei lavori passò a Lorenzo Maitani, che con il suo intervento caratterizzerà la struttura in maniera decisiva. All'interno, tra le molte opere custodite, uno dei capolavori della pittura italiana, il ciclo di affreschi raffigurante temi legati al Giudizio Universale dipinto dal pittore Luca Signorelli, succeduto al Beato Angelico, tra il 1499 e il 1504. Tra gli edifici religiosi più antichi: la chiesa di San Giovenale, costruita nel 1004 e ampliata nel XIV secolo, presenta affreschi di scuola orvietana, la chiesa di San Giovanni, costruita nel 916 sopra il teatro di Costantino con facciata del ‘500, la chiesa di Sant'Andrea, del VI secolo ma completata nel Trecento, la chiesa di San Lorenzo de' Arari, la chiesa di San Francesco (XIII secolo) e la chiesa di San Domenico (XIII secolo), che conserva il famoso monumento funebre al Cardinal de Braye di Arnolfo di Cambio. Orvieto è la capitale delle Città Slow. La città e il territorio sono caratterizzati da una viva tradizione enogastronomica: il prestigioso vino di Orvieto può essere degustato lungo la strada dei vini Etrusco-Romana che comprende tutta la provincia di Terni (i centri di riferimento sono l'Enoteca Regionale ed il Palazzo del Gusto).

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Tappa 12
Città di Castello

Situata nel versante nord-occidentale dell'Umbria, Città di Castello si distende lungo l'Alta Valle del Tevere ai confini con la vicina Toscana e non distante dalle Marche.
Il territorio regala piacevoli sorprese al visitatore: è un'area ricca di storia e di monumenti, con una cultura secolare in un ambiente dove il rispetto della natura è accompagnato ad una vitale realtà industriale. Fondata dagli Umbri, divenne municipio romano con il nome di Tifernum Tiberinum. Dopo aver subito diverse dominazioni e dopo essere stata saccheggiata e distrutta dai Goti di Totila (VI secolo d.C.) fu ricostruita e fortificata assumendo prima il nome di Castrum Felicitatis e poi, dal X secolo, quello definitivo di Castrum Castelli. Cinta per lunghi tratti dalle mura cinquecentesche, a Città di Castello il "respiro dell'arte" si può ritrovare nella suggestiva atmosfera del centro storico, nelle eleganti architetture rinascimentali, nei cortili e nei loggiati dei palazzi gentilizi, nei chiostri e nelle navate delle chiese. Da visitare, nel centro storico, la Pinacoteca comunale, in palazzo Vitelli alla Cannoniera: ampliata con nuove sale espositive conserva capolavori di Raffaello, Luca Signorelli, Ghirlandaio, Raffaellino del Colle e Pomarancio.

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Tappa 13
Spello

Agli Umbri, che secondo molti studiosi fondarono Spello, subentrarono i Romani: elevata a municipio nel 90 a.C. fu rifondata con il titolo di Colonia Julia Hispellum all'inizio del regno di Augusto; a questa fase risale la definitiva strutturazione dell'impianto urbano. Dopo la caduta dell'Impero Romano fu distrutta dai Goti di Totila ed entrò a far parte del Ducato Longobardo di Spoleto. Nel XII secolo divenne Comune indipendente. Verso la fine del XIV secolo fu sotto i Baglioni di Perugia dove restò fino al 1583, quando, dopo un'epoca di intensa attività artistica in cui la città si arricchì di capolavori rinascimentali del Pinturicchio, Perugino e dell'Alunno, entrò a far parte dello Stato Pontificio sotto il cui dominio, salvo la parentesi napoleonica, rimase fino al 1860. Spello unisce al suo carattere medievale, con vicoli tortuosi e antiche case in pietra, numerose testimonianze di epoca romana, come la cinta muraria, lungo il cui tracciato si aprivano le porte ancora ben conservate, i resti del teatro, dell'anfiteatro e delle terme. L'abitato è ancora circondato da mura, erette nel 1360 inglobando parte della cinta romana e tre splendide porte: porta Consolare (I secolo a.C.), la porta Urbica (o porta San Ventura) e la porta Venere di età augustea, costruita a foggia di arco trionfale, con ai lati le due torri cosiddette di Properzio a pianta dodecagonale.

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Tappa 14
Umbertide

Situata nella parte settentrionale dell'Umbria, Umbertide sorge nel territorio dell'Alta Valle del Tevere in una verde vallata dominata dal Monte Acuto, una zona molto fertile grazie alla presenza del fiume Tevere, che l'attraversa per circa 50 chilometri. I primi insediamenti del VI secolo a.C. sono testimoniati dai bronzetti di Monte Acuto, oggetti votivi rinvenuti sulla cima del monte dove si trovava un santuario etrusco. Le prime notizie certe sulla città sono del 1189, quando Umbertide era sottoposta alla giurisdizione di Perugia. La dominazione di Perugia durò fino al XVI secolo, quando entrò a far parte dello Stato Pontificio, nel cui dominio restò fino alla costituzione del Regno d'Italia (1860). Nel centro storico spicca la Rocca, superba fortezza medievale, da sempre simbolo della città. Completamente ristrutturata, attualmente è la sede del Centro per l'Arte Contemporanea. Notevoli la chiesa ottagonale di Santa Maria della Reggia, detta Collegiata (XVI secolo), e la chiesa di Santa Croce (1610), sapientemente restaurata e trasformata in museo. All'interno è custodita la Deposizione dalla Croce di Luca Signorelli (1516) e un grande quadro del Pomarancio. Pregevoli anche la chiesa di San Bernardino (1556), la chiesa di Santa Maria della Pietà (1486), con un affresco attribuito a Pinturicchio. La chiesa di San Francesco, la più antica di Umbertide (1299), è stata riaperta al pubblico nel 2005 dopo un attento restauro conservativo.

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Tappa 15
Parrano

Di origini remote, Parrano si sviluppa in maniera rilevante nel Medioevo a partire dal castello, costruito intorno all'anno Mille su rovine romane, e dalla fortificazione del borgo. Prima di divenire un libero comune nel 1500, fu dominato prima dalla vicina Orvieto e, successivamente, da varie signorie locali. Dal XVI secolo entrò a far parte dello Stato Pontificio fino alla nascita dei Regno d'Italia (1860). Antico e ben conservato borgo medievale arroccato intorno al suo castello cinto da possenti mura, del quale è visibile l'alta torre di avvistamento, Parrano conserva un aspetto molto pittoresco e offre gioielli storici, archeologici e naturali. Il territorio riserva altre sorprese, come la ricca presenza di fossili. Percorrendo la Valle Fluviale Fossile ci si immerge in un fiume preistorico il cui letto, intatto, presenta ancora i tipici ciottoli. Non distante, la spiaggia di San Lazzaro è la testimonianza dell'antica presenza del mare e dei suoi abitanti preistorici. Immerso nella natura rigogliosa del tipico paesaggio collinare umbro, Parrano è un'apprezzata meta turistica per la presenza di numerose sorgenti di acqua solforosa magnesiaca, particolarmente indicate per le terapie idropiniche.

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Tappa 16
Castel Viscardo

Borgo di origine etrusca, Castel Viscardo fu fondato nel 1263 da Giuscardo da Pietrasanta, nipote di Papa Urbano IV, e grazie ai suoi torrioni, il Castello e la torretta di Vitiano, rappresentò per molto tempo un importante punto di avvistamento, in difesa di Orvieto, di tutta l'alta e media Valle del Paglia. Il paese deve il suo sviluppo alla presenza del Castello dei duchi di Montevecchio che, fino al XVI secolo, fu roccaforte dei Monaldeschi e poi feudo dei principi Spada. Castel Viscardo è divenuto Comune autonomo solo nel 1860 con la creazione del Regno d'Italia. Da vedere il castello medievale dei duchi di Montevecchio, noto come "Castello di Madonna": ha la forma di un poligono irregolare, con un largo fossato interrotto da un ponte dal quale si accede ad una elegante entrata in stile barocco, con un arco a tutto sesto adornato da nicchie laterali con statue e sormontato da un orologio settecentesco. Le possenti mura perimetrali sono in pietra locale, mentre le finestre sono contornate da cornici in pietra di Bagnoregio.

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Tappa 17
Alviano

Elemento identificativo del borgo è la Rocca, fatta edificare nel 1495 dal condottiero Bartolomeo D’Alviano. Nel 1654 passò alla famiglia Doria Pamphili, i cui discendenti nel 1920 donarono la Rocca al Comune. Nei dintorni merita una visita l’oasi naturalistica del WWF, dove percorrere il sentiero naturale per osservare la flora e la fauna che preserva. La sua posizione arroccata, militarmente strategica, fu all'origine dei primi insediamenti romani, ma fu anche causa, in epoca medioevale, di aspre contese tra Todi, Orvieto ed Amelia. Il monumento più significativo è proprio la Rocca: edificata nel 1495 sul preesistente castello, è a pianta quadrata con torri agli angoli. All'interno potrete ammirare un bel cortile rinascimentale con doppio loggiato, su cui affaccia la cappella delle Rondini con i suoi affreschi del ‘600 sulla vita di San Francesco. Nel 1920 la Rocca venne donata al Comune dai discendenti dei Doria Pamphili. Oggi ospita il municipio e i Musei del Castello di Alviano: il Museo storico e multimediale Bartolomeo d'Alviano e i Capitani di Ventura umbri, il Museo della civiltà Cittadina e il Centro di documentazione faunistica dell'oasi di Alviano. All'interno del borgo fermatevi anche alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta (XV secolo), che conserva una preziosa tavola di Niccolò Alunno rappresentante la Madonna Assunta circondata da angeli glorificanti.

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Tappa 18
Lugnano in Teverina

Le prime notizie storiche risalgono al 600 d.C. L'ipotesi più probabile sulle sue origini, ancora incerte, è che le popolazioni romane abitanti l'agro amerino sulle rive del Tevere, per sfuggire alla malaria, abbiano abbandonato le campagne e si siano trasferite su questo colle. Il sito fu abitato in epoca romana, come attestano i reperti ritrovati nella villa di Poggio Gramignano, fuori dal paese. Lugnano merita di essere visitata soprattutto per la splendida chiesa di Santa Maria Assunta o Collegiata, gioiello di stile romanico del XII secolo, caratterizzata da un originale portico a colonnato. All'interno conserva un Trittico dell'Alunno e una Crocifissione di scuola giottesca. Nel centro storico si trova inoltre il cinquecentesco palazzo Farnese-Ridolfi detto "Pennone" perché svetta come il pennone di una nave. Da visitare, nei dintorni, il convento di San Francesco, edificato nel 1229 in ricordo di un miracolo compiuto dal santo a Lugnano, quando il santo fece liberare da un'anatra un bambino azzannato da un lupo. Fuori dal paese, sulla cima di una collina si trovano i resti della villa Romana di Poggio Gramignano, scoperta nel 1988.

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Tappa 19
Bevagna

Le prime notizie storiche di Bevagna coincidono con la conquista romana dell'Umbria, quando i Romani occuparono la zona e costruirono la Via Flaminia occidentale (220 a.C.) e le strade di collegamento. In epoca romana, come confermano anche recenti ritrovamenti, fu anche porto fluviale collegato direttamente con Roma attraverso il Tevere, nel quale si riversa, il sistema Clitunno-Topino. Il porto era adiacente alla Via Flaminia e costituiva un polo intermodale di scambio tra i vari sistemi di trasporto. Situata nel cuore dell'Umbria, Bevagna è collocata nella piana di Foligno, ai piedi del gruppo collinare dove sorge Montefalco, presso l'ansa del fiume Timia. La città è circondata da una fertile pianura ricca di acque e coltivata a grano, viti ed olivi. Per il notevole patrimonio ambientale, culturale e artistico fa parte del club de "I Borghi più Belli d'Italia". Piazze e vicoli, chiese e palazzi, porte, mura e campanili... I segni del tempo incisi sulle pietre raccontano dell’antica Mevania, “colei che sta nel mezzo”. Fiorente centro commerciale in epoca romana, attraversata dalla antica via Flaminia e sede di un importante porto fluviale, alla confluenza tra Clitunno e Timia, fu cantata da Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, Virgilio, Giovenale e tanti altri fino ai viaggiatori del Grand Tour e al Carducci. Vero e proprio museo a cielo aperto, set cinematografico naturale, famosa per la genuinità dei suoi prodotti, per i suoi eventi culturali, Bevagna è nota oltre i confini nazionali per essere la città delle Gaite, una delle più belle rievocazioni storiche d’Italia.

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