Castle of Pissignano Alto, with medieval towers and stone houses nestled among olive groves and wooded hills

Pissignano

Lungo la Via Flaminia che conduce da Spoleto a Trevi, superata la frazione di La Bianca, si apre la frazione di Pissignano, con i suoi importanti monumenti ricchi di fascino e storia.

Il moderno centro abitato, animato ogni mese dal celebre Mercato dell’Antiquariato, dell’Usato e del Collezionismo che richiama visitatori da tutta l’Umbria, si sviluppa nei pressi delle Fonti del Clitunno e del Tempietto sul Clitunno. Poco più in alto si erge l’antico castello medievale di Pissignano, arroccato sul colle che domina la valle da cui ebbe origine.

Il toponimo deriva probabilmente dal latino Pissin-Ianum, ovvero “piscina di Giano”, la cui etimologia rimanda probabilmente alle strutture che si trovavano nei pressi delle sorgenti del Clitunno, celebrate da autori latini come Plinio per la loro bellezza e sacralità.

 

La nascita del castello medievale

Tra XI e XII secolo prese forma un primitivo nucleo abitato, sorto nei pressi dell’attuale chiesa di San Benedetto, dove risiedeva una piccola comunità benedettina. A loro si deve la costruzione della cinta muraria, che definì l’impianto difensivo del borgo.

Questo primo nucleo, noto anche come Colle Revaglioso o Borgo San Benedetto, si distingueva dalla fortezza vera e propria che, secondo una tradizione difficilmente comprovabile, sarebbe stata edificata nella parte occidentale del colle dal barone tedesco Sancio, giunto in Italia al seguito dell’imperatore Corrado II, ritenuto il capostipite della nobile famiglia dei Sansi.

Vicende storiche di Pissignano

Per secoli il castello di Pissignano fu oggetto di contese tra Foligno e Spoleto. Nel 1155 ospitò Federico Barbarossa, che da qui mosse l’attacco Spoleto, colpevole di averlo ingannato con l’invio di monete false in risposta alla richiesta di 800 libbre d’argento come tributo per la guerra. 

Nel 1213 il duca Diopoldo, allora signore del luogo, donò il castello a Spoleto in cambio dell’aiuto nello scontro contro Trevi. La fortezza divenne così parte dei possedimenti spoletini, venendo affidata alla famiglia Sansi. Tuttavia, alla fine del XIII un nuovo conflitto con Trevi provocò lo spopolamento di Pissignano, tanto che Spoleto promise privilegi a chiunque si fosse stabilito nuovamente tra le sue mura.

Nel 1395, le milizie trevane saccheggiarono il castello, costringendo gli abitanti a rifugiarsi nella torre più alta, difesa eroicamente da guardie inviate da Spoleto. Tra il XV e il XVI secolo, Pissignano fu teatro di ribellioni e assalti: qui, nel 1580, si asserragliò il famigerato bandito Pietrino Leoncilli, che tenne in scacco l’intera zona dello Spoletino per mesi.

Pissignano rimase sotto il controllo di Spoleto fino al XVIII secolo, mentre oggi è una quieta e prosperosa frazione del comune di Campello sul Clitunno.

 

Il castello e la chiesa di San Benedetto

Il castello di Pissignano, tipico esempio di castello di pendio, si distingue per la sua pianta triangolare: in alto svetta la torre sommitale, alta e slanciata, simbolo del potere e della resistenza del borgo, mentre una seconda torre poligonale, un tempo parte del sistema difensivo, fu trasformata in campanile della chiesa di San Benedetto.

Nei pressi del castello sorge la chiesa di San Cristoforo, in seguito intitolata successivamente a Santa Maria della Misericordia, in virtù di un immagine miracolosa raffigurante la Madonna custodita al suo interno. 

Nei pressi di Pissignano sorge anche l’Eremo di Sant’Antonio, costruito sopra una grotta naturale e trasformato nel 1926 in eremo femminile francescano, oggi conosciuto come la casa delle Allodole di San Francesco.

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