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Museo del vetro

Il Museo del Vetro di Piegaro, un’antica fabbrica che racconta la lunga tradizione vetraia nel borgo umbro tra preziosi manufatti storici e una colata di vetro verde smeraldo.

Una storia preziosa e antica: quando si fabbricavano i vetri a Piegaro Il Museo del Vetro di Piegaro è ospitato presso un’antica fabbrica, non più in uso dal 1968, nel centro storico del paese. L’interessante edificio di archeologia industriale testimonia e racconta l’importanza della lavorazione vetraia per la comunità di Piegaro.   Dai maestri di Piegaro le meraviglie del Duomo di Orvieto Secondo alcuni documenti, tale arte viene praticata nel piccolo borgo fin dal Medioevo. A promuoverla fu la probabile presenza di una comunità di maestri vetrai veneziani, la vicinanza con il cantiere dell’opera del Duomo di Orvieto e la fitta presenza nel territorio dei boschi che garantivano il combustibile necessario ai forni per la lavorazione. La prima notizia documentata risale al 1321, quando la vetreria ricevette un’importante commissione da Lorenzo Maitani, architetto dell’opera del Duomo di Orvieto, per la fornitura di tessere  per le vetrate, segno evidente di una produzione fiorente e di eccelsa qualità. Nei secoli successivi, le vetrerie piegaresi fornirono vetri colorati per i mosaici di importanti cattedrali a Perugia, Milano e Bologna, pur alternando queste prestigiose commesse con la produzione di oggetti d’uso comune, come bicchieri, brocche e fiaschi. Fu soprattutto la produzione di questi ultimi a connotare la produzione piegarese; il fiasco, peraltro, necessitava di un’ulteriore lavorazione prima di essere messo sul mercato: l’impagliatura, che veniva eseguita da donne e bambini del borgo e costituiva un’importante fonte di reddito per molte famiglie.   Il rilancio ottocentesco: Piegaro medaglia d'argento per i suoi preziosi cristalli Agli inizi dell’Ottocento, le vetrerie attraversavano un momento difficile; a dare nuovo impulso alla lavorazione fu il marchese Misciattelli, sposo nel 1815 di Cunegonda Cocchi, erede della famiglia proprietaria della fabbrica del vetro (il museo custodisce tra l’altro anche il servizio di nozze degli sposi: preziosi vetri incisi e dipinti con lo stemma di famiglia). Misciattelli intraprese la lavorazione semi-industriale attraverso l’introduzione delle macchine, riorganizzò con criteri più moderni la commercializzazione e portò a livelli altissimi la produzione del cristallo, tanto che nel 1861 all’Esposizione Industriale Italiana di Firenze la vetreria di Piegaro conseguì la medaglia d’argento. La vetreria rimase in azione fino al 1968; la produzione vetraia, pur ridotta rispetto al passato, è stata spostata all’esterno delle mura. Dal 2009 il vecchio fabbricato rinasce a nuova vita con l’acquisizione e l’accorto restauro da parte dell’Amministrazione Comunale, finalizzato alla creazione del Museo del Vetro.
Il percorso espositivo del Museo, tra processi di lavorazione e fiumi di vetro sotterranei Questa lunga storia, e molto altro, è raccontata nelle sale del museo, un ampio complesso che si sviluppa attraverso tre piani e testimonia i diversi processi di lavorazione del vetro, ospita manufatti e cimeli storici, oltre a un’ampia documentazione sul tema. L’area che un tempo era riservata agli uffici della fabbrica accoglie una sala conferenze per convegni, corsi di artigianato e un laboratorio per le attività didattiche. Nel piano seminterrato, un’apertura consente di vedere la colata, un fiume di vetro un tempo incandescente e oggi verde smeraldo, residuo delle ultime lavorazioni prima della dismissione della fabbrica. Oggi appare come una cascata di pietre preziose in un mare verde e trasparente, ma un tempo questi ambienti dovevano essere più simili ad antri infernali, scuri per i fumi e roventi per le temperature altissime (in alcune fasi arrivavano a 1400 gradi!) nonostante gli alti soffitti. Ci sembra quasi di sentirlo, quel caldo, di ascoltare i lamenti di fatica degli operai che con il loro lavoro ci hanno donato oggetti preziosissimi. Sito web: Museo del Vetro
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